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Pioppicoltura, una risorsa strategica per le aree rivierasche del Po, tra criticità e nuove opportunità


Si è svolta a Rivalba di Valmacca (AL) il 3 marzo scorso l’assemblea annuale di Asprolegno Ambiente, dedicata alla filiera di settore. Incontro molto partecipato, nonostante la neve copiosa.

La Cia-Agricoltori Italiani era rappresentata da dirigenti e agricoltori; tra loro, il presidente regionale Gabriele Carenini.

Tra gli argomenti discussi: le criticità principali che si affiancano però ad una ripresa consistente dei prezzi, insieme all’analisi delle nuove risorse del territorio alessandrino. Si è ragionato sull’importanza del ruolo strategico delle province rivierasche del Po, pur consapevoli che il pioppo sia una nicchia del territorio.

Nel portare il saluto della Cia, presidente regionale Gabriele Carenini ha sottolineato come la Confederazione a livello piemontese abbia un esperto qualificato, il vicepresidente provinciale Cia Alessandria e pioppicoltore Massimo Ponta, che ha partecipato e parteciperà nel prossimo quadriennio a tutti i Tavoli di lavoro ministeriali dedicati, nei quali sono affrontate le tematiche strategiche di sviluppo, come i nuovi cloni da piantare e la lotta alle fitopatie.

Commenta Carenini: “Per la Cia, piemontese e alessandrina in particolare, il pioppo è una risorsa importante che va tutelata per i territori e per i terreni di golena del Po. La Confederazione è al lavoro per organizzare iniziative interprovinciali sul comparto. Molti nostri associati affiancano questa coltura ai cereali: è un indirizzo produttivo che va promosso e incrementato perché è una indubbia ricchezza della nostra area”.

Conclude Massimo Ponta: “In questo momento i prezzi sono superiori rispetto agli ultimi anni, circa 7,50/8 euro, fatto legato alla scarsità di prodotto e alla crisi degli ultimi anni che ha portato gli agricoltori a non piantumare più. Su lungo periodo, è necessario fare un nuovo progetto. Innanzitutto occorre un abbattimento dei costi, con nuovi cloni resistenti alle avversità e che permettano cicli corti e più produttivi, inoltre è necessaria maggiore attenzione da parte della Regione e degli enti locali sulla pioppicoltura. Bisogna pensare ad un piano comune delle aree lungo il Po che preveda misure ad hoc. Quelle emanate sono state difformi sulle varie regioni. Il PSR deve prevede una programmazione coordinata. E i trasformatori devono essere pronti ad accogliere cloni diversi”.

 

(Fonte: Cia Piemonte)