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Piemontese, prezzi al palo e calo dei consumi


Trascorso il giorno di San Martino, in agricoltura si inizia a tirare le somme dell’ultima annata agraria. Tuttavia ci sono comparti, come quello dei bovini da carne, abituati a tracciare bilanci ogni giorno e dove il lavoro non conosce soste.
In provincia di Cuneo, patria della razza Piemontese, gli allevatori
sono alle prese con alcuni atavici problemi che faticano a essere risolti: prezzi fermi da troppo tempo, consumi in flessione e costi di produzione sempre molto elevati, nonostante il lieve calo delle materie prime.
“Diciamo che il comparto, pur tra mille difficoltà, tiene – conferma Alberto Brugiafreddo, presidente sezione Bovini da carne di Confagricoltura Cuneo -. Le quotazioni sono quelle di vent’anni fa, con poca marginalità, ma complice il momentaneo crollo del prezzo dei cereali riusciamo a trovare ancora collocazione sul mercato, anche se il calo dei consumi è persistente per via del momento di crisi. Per fortuna sono presenti dei contributi Pac che sopperiscono al calo generale delle vendite ma, soprattutto per chi lavora in alta montagna, il rischio è sempre più quello di lavorare in perdita”.
Oggi la Piemontese viene commercializzata attraverso macellerie tradizionali con vendita diretta dall’allevatore al macellaio, ma anche tramite GDO e altre strutture gestite dagli allevatori o altri operatori commerciali: “Alcuni canali sono certamente più remunerativi di altri – continua Brugiafreddo – ma gli sforzi da fare, sono enormi anche perché le spese, costo energetico su tutte, sono più del doppio rispetto al mantenimento del capo. Chi poi conduce gli animali in alpeggio, infine, deve fare i conti con l’aumento della presenza dei lupi: le vacche perlopiù riescono a difendersi, ma i vitelli in caso di attacco sono spacciati, con un danno considerevole per l’allevatore”.
Il comparto in provincia di Cuneo, quindi, continua a fare lo slalom tra nuovi e vecchi problemi ma, nonostante tutto, regge il colpo del non semplice momento economico grazie anche alla consistente presenza di imprese a conduzione familiare che ha permesso di sopportare meglio alcuni sacrifici. La razza Piemontese continua ad essere la prima razza autoctona da carne in Italia, con una consistenza di oltre 262 mila capi iscritti all’albo genealogico, di cui oltre il 60% in provincia di Cuneo.