Piemonte, un milione di euro contro la Popillia Japonica
intensificati i monitoraggi in campo sulla capacità e velocità di espansione dell’insetto
e saranno controllati tutti i siti a rischio dell’area infestata e di quelle circostanti
anche grazie alla collaborazione dei comuni per la loro individuazione
Alcuni giorni fa, il Piemonte ha concluso la prima fase di trattamenti finalizzati al contenimento del coleottero Popillia japonica, per la quale la Regione ha previsto uno stanziamento di 1 milione di euro. L’obiettivo è stato realizzato attraverso l’impiego di metodi biologici, senza la necessità di ricorrere ad insetticidi chimici.
In particolare, per realizzare questa prima fase di trattamenti sono stati distribuiti sui prati permanenti dell’area interessata oltre 1000 miliardi di esemplari di un nematode (Heterorhabditis
bacteriophora) che parassitizza le larve del coleottero che vivono nel suolo sotto i prati.
L’insetto, infatti, infesta i tappeti erbosi in fase larvale e, poi, da adulto attacca le piante da frutto e quelle ornamentali. Gli adulti si nutrono delle foglie, di cui masticano il tessuto presente tra le nervature fino a farle assumere il caratteristico aspetto scheletrico. Sono sufficienti pochi esemplari presenti sulle piante a indurre l’arrivo di molti altri, poiché questa specie è in grado di produrre dei feromoni di aggregazione che funzionano da richiamo.
Gli interventi, realizzati sul territorio dall’Istituto Piante da Legno e Ambiente (IPLA), sotto la guida del settore Fitosanitario regionale, si sono resi obbligatori a seguito di un decreto di lotta ministeriale, e hanno interessato circa 440 ettari di territorio, concentrati nei comuni della provincia di Novara, in particolare Bellinzago Novarese, Oleggio e Pombia. Gli altri comuni dell’area infestata in cui l’insetto è stato ritrovato nel 2015 sono Cameri, Galliate, Marano Ticino, Mezz’omerico, tutti i comuni che si trovano all’interno dell’area del Parco Naturale del Ticino. L’area, che fa parte della Rete Natura 2000, è sottoposta a protezione europea per la salvaguardia della biodiversità e, per tale motivo, si è scelto di trattare l’insetto con metodi biologici, evitando così di arrecare danni ad altre specie non pericolose e di inquinare l’ambiente.
Terminata questa prima fase di contenimento, è previsto un ulteriore intervento a carico delle larve del coleottero durante i mesi estivi. A breve inizierà la campagna di cattura massale degli adulti, verranno intensificati i monitoraggi in campo sulla capacità e velocità di espansione dell’insetto e saranno controllati tutti i siti a rischio dell’area infestata e di quelle circostanti anche grazie alla collaborazione dei comuni per la loro individuazione.
Questa prima fase degli interventi è stata resa possibile grazie alla collaborazione delle diverse realtà presenti sul territorio: le aziende agricole che in modo tempestivo hanno eseguito lo sfalcio anticipato dei prati e la fienagione in modo da liberare i prati per
consentire i trattamenti; le organizzazioni professionali agricole che hanno mantenuto un costante raccordo fra il Settore Fitosanitario e le aziende, il Consorzio irriguo Est-Sesia e la Roggia Molinara che hanno attivato le irrigazioni fuori periodo in modo da migliorare l’efficacia dei nematodi utilizzati; l’Ente Parco Ticino e Lago Maggiore e gli operai forestali della Regione che hanno collaborato al monitoraggio delle larve per delimitare le aree da trattare; i contoterzisti che hanno eseguito i trattamenti con particolare scrupolosità e impegno.