Perchè l’uomo non è il miglior amico del cane
In questi anni si è parlato molto della Pet Therapy come una valida co-terapia capace di facilitare l’approccio medico e terapeutico, soprattutto nei casi in cui il paziente non dimostri collaborazione spontanea. Questo perché diversi studi dimostrerebbero che alcune specie animali, come ad esempio il cane, inducono nell’uomo uno stato di benessere generale e di buonumore, capace addirittura di incrementare l’attività metabolica, di causare una riduzione della pressione arteriosa ed aumentare le difese immunitarie.
Credo sia quindi stupendo poter immaginare che i nostri cani, oltre a difendere la casa e la famiglia di chi li adotta, proteggere le greggi dai predatori, cercare i dispersi dopo le catastrofi, guidare gli ipovedenti, tenerci compagnia facendoci sentire meno soli e molto altro ancora, possano addirittura alleviare le nostre sofferenze in caso di gravi malattie. Che meraviglia!
Se però è ormai assodato che il cane sia un animale molto utile a migliorare la nostra qualità della vita, sarebbe il caso di chiederci se anche noi risultiamo altrettanto utili a migliorare la sua.
Si parla spesso dei tanti benefici che l’uomo ne possa trarre dalla convivenza quotidiana con un cane, quali sarebbero però quelli del cane nel convivere a stretto contatto con l’uomo?
Forse le scatolette di carne conservata o la porzione di crocchette che gli offriamo ad ogni pasto? Le tante coccole che gli regaliamo durante la giornata? Le frequenti visite dal veterinario per controllare la sua salute o i continui lavaggi ai quali lo sottoponiamo per non sentire la sua puzza?
Non pensate che dare così per scontato la felicità del cane “moderno”, sempre più costretto a condividere la nostra quotidianità, sia un po’ troppo superficiale? Continuare a sostenere che il cane è il Miglior Amico dell’uomo, solo per trovare una giustificazione plausibile a tutto ciò che gli chiediamo di fare per soddisfare le nostre esigenze (o semplici capricci), non è un atteggiamento un po’ troppo ipocrita?
Lo scorso 14 agosto è tristemente scomparso, all’età di 80 anni, il biologo americano Raymond Coppinger, uno dei più famosi studiosi al mondo delle origini del cane e della sua psicologia. Nel suo interessantissimo libro “Dog’s” (che consiglio a tutti), tradotto da molti anni in lingua italiana ma assai poco diffuso dalle istituzioni cinofile (poiché troppo realistico e quindi scomodo all’attuale business mediatico improntato su questo animale), il ricercatore parla in modo inequivocabile su chi sia il cane, sul perché si adatti così facilmente a vivere al fianco dell’uomo e su quali siano le sue reali esigenze di animale. In tutto il suo saggio, non fa però mai cenno ad una sola delle tante “fantasie umane” che il consumismo cinofilo degli ultimi decenni ha invece favorito per speculare meglio sui sentimenti delle persone.
Anche noi dell’Istituto di Cinofilia Naturale siamo assolutamente consapevoli dei vantaggi che se ne possano ottenere dalla convivenza con un cane, non siamo però altrettanto convinti sul benessere psicologico dell’animale, specialmente se trattato come avviene oggi. Non riteniamo accettabile il concetto che il cane sia un animale diverso dagli altri e possa quindi rinunciare ai suoi istinti primari solo perché fa comodo a tutti farlo vivere in famiglia, considerandolo il “Miglior Amico dell’uomo”.
Ne sono infatti la prova lampante le sempre più frequenti aggressioni di cani a danno dei loro proprietari, nonostante gli stessi li abbiano cresciuti fin da cuccioli, così come l’evidente benessere mantenuto da molti cani randagi, laggiù dove gli sia ancora consentito vivere in libertà.
Sono ormai numerose le ricerche che io ed altri sostenitori dell’ICN abbiamo svolto in questi anni in varie parti del mondo (come ad esempio l’India, l’Africa, l’Asia, il Nepal, il Tibet ed alcuni stati dell’Est Europeo) sui cani che vivono in libertà senza dover dipendere dall’uomo, se non per qualche sporadico avanzo di cibo. Vi posso assicurare che, nella maggior parte dei casi, si tratta di animali mediamente molto più sani ed equilibrati dei nostri, ormai costretti a vivere “in simbiosi” con il loro padrone.
Noi dell’Istituto di Cinofilia Naturale siamo convinti che sia solo l’essere umano ad aver bisogno di vivere al fianco di un cane ma non il contrario. Nei nostri corsi e stage di Educazione alla Cinofilia Naturale (il prossimo a Cuneo il 23 e 24 settembre 2017) spieghiamo come sia spesso proprio lo stesso proprietario la principiale causa di molti malesseri fisici e psicologici del suo animale!
Per vivere felice, al cane basterebbe solo un po’ di cibo quando ha fame e la possibilità di spostarsi dove desidera per soddisfare i suoi istinti primari. Tutto ciò che invece si racconta sul cane come “animale Amico dell’uomo”, lo si è semplicemente inventato negli anni per trovare una giustificazione allo stato di prigionia nel quale l’essere umano lo ha gradatamente indotto per sfruttarlo meglio a favore delle sue necessità.
A noi dell’ICN appaiono ridicole le ipotesi di chi prova in ogni modo a dimostrare che il cane possa preferire fare parte di una famiglia umana, piuttosto che vivere in libertà in compagnia dei suoi simili, con i quali soddisfare le sue esigenze di animale.
Sarà pur vero che la gestione del nostro cane moderno è obbligata ad adeguarsi ai tempi, lui però, in qualità di animale, ad ogni calore delle femmine continua a non pensare ad altro se non ad accoppiarsi per riprodurre la sua specie. Ciò significa che i suoi istinti originari non sono mai variati di nulla, nonostante l’uomo di questi ultimi decenni abbia cercato di penalizzarlo con la barbara sterilizzazione.
Ecco perché noi dell’ICN abbiamo deciso di proporre a tutti i proprietari di cani questa nuova forma di Pet-Thearapy: considerato che siamo stati noi a decidere di adottare un cane, impariamo ad amarlo, offrendogli quanto gli necessita per vivere la sua esistenza di animale, senza chiedergli nulla in cambio!
Non è così importante che lui impari a sedersi o coricarsi a nostro comando, a non tirare al guinzaglio quando lo portiamo a passeggio, a non abbaiare agli altri cani o alle persone, né tanto meno ad accompagnarci in ogni nostra attività quotidiana. Lui è “solo” un cane, un animale con esigenze ed aspettative di vita ben diverse dalle nostre!
E’ invece fondamentale che il cane sia fatto vivere libero in un giardino o almeno condotto ogni giorno dove possa correre in libertà. Che non stia mai senza la compagnia di un altro cane di sesso opposto (individuo con il quale ha una fortissima necessità di interagire). Che non sia mai privato dei suoi organi sessuali ma che gli venga consentito di riprodursi almeno qualche volta durante la sua esistenza. Che non sia mai punito né sgridato per ciò che non riesce a capire dei nostri comandi.
Tutto il resto ha poca importanza per il suo reale benessere, se non gli offriamo almeno queste minime condizioni di vita, non potremo mai considerarci dei buoni proprietari, anche se lo ricopriamo di coccole e di regali fittizi.
E’ vero che la gestione dei cani nel pieno rispetto delle loro strette necessità animali, si manifesterà molto più impegnativa di come probabilmente stiamo facendo ora. In compenso però ci regalerà dei loro sguardi ben più felici di quelli attuali, oltre a predisporci a diventare esseri umani più attenti ai bisogni di chi vive al nostro fianco e non solo a pensare alle nostre più strette comodità.
Questa è la nuova forma di Pet-Therapy che noi proponiamo ai proprietari dei cani: un percorso capace di far migliorare molto l’essere umano, favorendo il suo altruismo, sentimento nobile e auspicato da tutti ma purtroppo sempre meno diffuso. E chissà che un giorno non riusciremo ad applicarlo non solo con i cani ma anche con le persone che vivono al nostro fianco!
Ezio Maria Romano
Fondatore dell’ICN – Istituto di Cinofilia Naturale