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Perchè la carne non è tutta uguale


La notizia diffusa dall’OMS sul rischio per la salute umana legato ad un eccessivo consumo di carne rossa e di insaccati ha destato stupore e sgomento nel mondo agricolo cuneese.
“È necessaria, prima di tutto, una puntualizzazione – commenta il direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano -. L’Oms si riferisce a consumi in grande quantità e di scarsa qualità. Situazioni molto lontane da quelle italiane, al top per controlli, per sicurezza alimentare con cui i capi vengono alimentati e per i rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere degli animali. Inoltre, i cibi maggiormente sotto accusa sono hot dog, bacon e affumicati, che non fanno parte della nostra tradizione”.
“La carne Piemontese, poi, per la tracciabilità e la qualità da cui è contraddistinta, è ottima anche sotto il profilo nutrizionale – evidenzia il presidente di Coldiretti Cuneo, Delia Revelli – e recenti studi confermano l’elevato valore nutritivo che la rende un alimento indicato per i bambini e gli anziani, per l’apporto di proteine nobili, la bassa concentrazione di colesterolo, la scarsità di grassi. Non sussistono quindi rischi secondari o concreti per la salute, in una Regione in cui la filiera della carne è tra le più controllate, dove gli operatori hanno sempre privilegiato la qualità. Sono anche convinta che oggi il consumatore è molto attento e negli ultimi anni è un grande alleato del mondo agricolo e degli allevatori in particolare. La preferenza accordata alle nostre produzioni, garantite da etichettatura e tracciabilità, ci tutela rispetto ai consumi, in quanto l’Oms fa un discorso che non appartiene alla nostra tradizione di produzione e di consumi”.
“La razza Piemontese – aggiunge Carlo Gabetti, presidente del Consorzio di Tutela della razza Piemontese (Coalvi) – che non è dato sapere in quale misura, e con quale significatività, sia entrata nella ricerca dall’AIRC, grazie all’impegno del suo Consorzio di Tutela, è stata oggetto di indagini condotte da autorevoli Istituti Universitari che ne hanno dimostrato la superiorità in termini dietetici, rispetto alle altre carni. Per l’elevata presenza di acidi polinsaturi, la carne del classico fassone si avvicina a quella di molti pesci che, grazie a questa caratteristica, hanno trovato il loro spazio nella dieta mediterranea, da tutto il mondo considerata la più salutare”.
Evidenzia Giorgio Marega, direttore del Consorzio Coalvi:“La scienza non può essere smentita se non con altra scienza: questo è quello che possiamo portare sul tavolo (e sulla tavola); per il resto facciamo appello alla ragione, forti di essere i tutori di una tradizione locale che, gestita con buon senso, mantiene quell’equilibrio di cui non sempre si ciba il giornalismo pseudo scientifico che a tutti i costi cerca lo scoop”.
Concludono Roberto Buratto e Simone Mellano, presidente e direttore di Asprocarne: “La carne bovina prodotta in Piemonte, ed in particolare nella provincia di Cuneo, è assolutamente sicura e non può in nessun modo essere accostata a pericolose sostanze cancerogene. I nostri allevamenti sono giornalmente soggetti a controlli sia da parte delle autorità sanitarie che in autocontrollo dai nostri tecnici specializzati. L’etichettatura volontaria di Asprocarne garantisce la veridicità delle informazioni che il consumatore deve richiedere al proprio macellaio di fiducia. Le tecniche di allevamento innovative, il basso contenuto di grassi e le abitudini di consumo attuali sono elementi chiari che garantiscono alle nostre produzioni il massimo della sicurezza che il consumatore richiede”.