“Perchè è sbagliato manifestare al Brennero”
L’ennesima manifestazione promossa dalla Coldiretti al valico del Brennero, che si terrà oggi 4 dicembre, è pura liturgia d’ordinanza. Ed anche uno sbaglio.
Un’informazione trasparente sull’origine dei prodotti è decisiva per valorizzare il vero made in Italy, ma i blitz alle frontiere sono l’esatto contrario di ciò che si deve fare per raggiungere tale obbiettivo.
Il motivo è facilmente spiegabile. L’etichetta d’origine dei prodotti è una questione di esclusiva competenza dell’Ue. L’Italia ha provato in diversi momenti a forzare la mano, approvando leggi nazionali in palese contrasto con i principi europei sull’etichettatura. Ha sempre dovuto fare delle clamorose retromarce. Già nel 2004 la Commissione europea aveva diffidato il nostro paese dall’applicare la “legge Alemanno” che prevedeva l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine delle materie prime dei prodotti alimentari. Nel 2011 il nostro Parlamento ci ha provato ancora, ma è subito arrivato dalla Ue un altro invito a non procedere. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che la partita va giocata in Europa.
Le Organizzazioni agricole, che intendono davvero modificare l’attuale normativa Ue, devono lavorare per convincere il maggior numero di Governi e di agricoltori europei che l’etichettatura d’origine estesa a tutti gli alimenti è nell’interesse generale. I presidi alle frontiere, uniti ai grotteschi e velleitari controlli dei camion che entrano in Italia, producono invece, come unico risultato, quello di alienarci le simpatie dei Governi e degli agricoltori delle altre nazioni.
I blitz alle frontiere sono controproducenti anche per un’altra ragione. L’export alimentare italiano vale 31 miliardi (dato 2012) di euro. Il vino è in testa con 4,5 miliardi davanti all’ortofrutta fresca (3,9 miliardi di euro) e all’olio d’oliva (1,2 miliardi). Immaginiamo che cosa succederebbe se i Paesi vicini organizzassero iniziative analoghe alle loro frontiere.
I primi pittoreschi tentativi della Coldiretti di fermare lo “straniero invasore” ai confini della Patria risalgono al secolo scorso. Gli agricoltori piemontesi, con qualche anno di militanza sindacale alle spalle, ricordano ancora i blocchi organizzati al traforo del Frejus dall’indimenticato e sanguigno presidente regionale della Coldiretti, Carlo Gottero, che al traforo ci rimaneva anche per delle settimane. Verificava di persona autobotti, camion frigo, container e talvolta faceva a cazzotti con i camionisti che rifiutavano di farsi controllare.
Sono passati parecchi anni dai quei primi blocchi. Nel frattempo la Coldiretti ne ha promossi altri, alcuni più bellicosi, altri meno, sia al Frejus, sia al Brennero, conclusi ogni volta con roboanti comunicati: “centinaia di camion fermati e controllati dagli agricoltori Coldiretti grazie alla grande collaborazione delle forze dell’ordine”. Il giorno dopo però tutto ritornava come prima. Esattamente quel che accadrà dopo “la battaglia di Natale” del 4 dicembre.
L’Europa si sta orientando verso una legislazione sull’origine degli alimenti più estesa. In questi ultimi anni sono stati fatti non pochi progressi. Sono possibili ulteriori passi in avanti, ma la nostra strategia non può essere quella delle azioni dimostrative. Bruxelles non le prende neppure in considerazione. Occorre invece usare intelligenza e pazienza per convincere chi non è d’accordo.
Lodovico Actis Perinetto, vice presidente regionale Cia