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Pane fresco o pane freddo? Nuova legge in Piemonte


Distinguere il pane fresco dal pane freddo. Lo chiedono da tempo i panificatori e ne hanno diritto i consumatori, che devono poter capire da dove provenga e come sia prodotto il pane in commercio ormai non solo più nelle tradizionali panetterie.
Su questo tema, così vicino e caro alla cultura agricola e gastronomica della regione, il Piemonte si è mosso per primo, con la recentissima approvazione di una legge per fare chiarezza sulle caratteristiche del prodotto.
PANE DALL’ESTERO. Il problema nasce soprattutto con il diffondersi del pane precotto e surgelato, venduto come fresco in numerose rivendite, in particolare supermercati. Si tratta di pane che in genere viene prodotto all’estero (specialmente in Romania, ma non solo) e che arriva in Italia sotto forma di alimento precotto o in pasta, nonché surgelato. Qui viene scongelato e passato in forno per la fase finale della cottura, prima di finire sul banco della panetteria come prodotto fresco.
TUTELARE I PANIFICI. La nuova legge individua come panifici solo quelle imprese in cui si svolge per intero il ciclo di produzione del pane, dalla lavorazione delle materie prime, alla cottura, alla vendita. Questo per esaltare il concetto di qualità e di storicità di tale prodotto nella nostra regione e al contempo contrastare i fenomeni di abusivismo, come la vendita di pane in strada o quelle attività che non danno certezze sulla provenienza del prodotto.
TUTTI D’ACCORDO. Significativamente, la nuova normativa porta la firma di due consiglieri regionali di opposti orientamenti politici: il cuneese Federico Gregorio (Lega Nord), che l’ha elaborata in collaborazione con la presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia, e la torinese Monica Cerutti (Sinistra ecologia libertà). Il pane conferma la sua qualità migliore: mettere tutti d’accordo.