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Pac, è in gioco il futuro della zootecnia piemontese


Il futuro della zootecnia piemontese è a rischio se non si dovesse arrivare a una declinazione della nuova Pac che non tenga presente i problemi del settore.
La nuova Pac, della cui applicazione si sta discutendo in questo periodo nel nostro Paese, vedrà diversi nuovi settori usufruire degli “aiuti diretti” agli agricoltori, il che vuol dire che ben 3 milioni di ettari di terreni andranno a “premio” aggiungendosi ai 7 milioni che storicamente li ricevevano. Inevitabilmente ci sarà una redistribuzione degli aiuti europei, e i “titoli” zootecnici risulteranno ridimensionati.
Molti Paesi europei già hanno definito i propri piani, prevedendo sostanziosi sostegni accoppiati (legati ai volumi produttivi) per il settore zootecnico. La Francia su questo tema ha compiuto una scelta strategica, decidendo di destinare alla zootecnia quasi l’80% del budget disponibile per gli aiuti accoppiati. Si dovrebbe quindi fare qualcosa di simile nel nostro Paese, pena una perdita di competitività del settore.
Un appello a “mantenere e rafforzare gli aiuti accoppiati previsti per i vitelli nati da bovine di razze da carne”, e in particolare per le “produzioni tutte italiane”, è stato lanciato recentemente anche dai vertici allevatoriali della Razza Piemontese.
Distribuire “a pioggia” i premi accoppiati e non finalizzarli a comparti strategici, fa parte di una vecchia politica, che non aveva progetti e doveva accontentare il maggior numero di utenti.
L’auspicio è che le decisioni che ci apprestiamo a prendere in Italia tengano conto dell’importanza strategica del settore zootecnico e che i decisori politici cerchino soluzioni, magari scomode politicamente, che puntino ad evitare una dispersione di risorse, inutile quanto dannosa, e privilegino il risultato in chiave di Sistema-Paese.

Gian Piero Ameglio
presidente della Cia di Alessandria