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Pac, c’è l’accordo europeo “Ma ci voleva più coraggio”


Le tre istituzioni europee – Parlamento, Consiglio e Commissione – hanno raggiunto il 24 settembre sera a Bruxelles un accordo definitivo sulla riforma della Politica agricola comune (Pac), trovando un’intesa sugli ultimi punti negoziali rimasti in sospeso rispetto all’accordo politico raggiunta il 26 giugno, e che riguardano il Quadro finanziario europeo 2014-2020.
“Abbiamo la riforma della Politica agricola comune” (Pac) ha annunciato all’Ansa il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro: ”Sono soddisfatto in quanto il Parlamento europeo, con i suoi poteri di co-decisione ha potuto modificare un accordo dei capi di Stato e di Governo”.
L’accordo riguarda infatti gli ultimi punti negoziali sulla riforma della Pac che erano rimasti in sospeso. Ora tutti gli argomenti relativi alla riforma della Pac sono stati oggetto della co-decisione tra Parlamento e Consiglio Ue. Lunedì 30 settembre la Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo voterà tutti i dossier inerenti la riforma della Pac. L’imprimatur verrà dato nelle settimane successive dall’Assemblea plenaria a Strasburgo.
“In base all’accordo – ha sottolineato De Castro – per la prima volta la riduzione degli aiuti più elevati che l’Ue versa agli agricoltori a favore di chi riceve di meno, diventa obbligatoria ed entra nel testo della legislazione europea sulla Pac. La riduzione sarà del 5% oltre i 150 mila euro di pagamenti diretti ai produttori. Potrà essere evitata se la Stato interessato ridistribuirà ai piccoli agricoltori il 5% dell’ammontare per il proprio Paese. Salirà inoltre all’85% il finanziamento dell’Ue per le misure di sviluppo rurale nelle aree meno sviluppate. Infine, il Parlamento europeo avrà potere decisionale sul documento di ridistribuzione tra gli Stati membri della dotazione finanziaria Ue destinata allo sviluppo rurale per i prossimi sette anni”. Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane) avrebbe voluto una Pac più coraggiosa per promuovere il riequilibrio e lo sviluppo di un’agricoltura, coniugando produttività e sostenibilità. La riforma è, tuttavia, fortemente migliorata rispetto alle prime proposte della Commissione Ue, grazie all’azione del Parlamento europeo e delle Organizzazioni agricole. Gli accordi del 24 settmbre – ricorda Agrinsieme – confermano la riduzione del budget complessivo, e per l’Italia in particolare il taglio per i pagamenti diretti, per il meccanismo della cosiddetta convergenza esterna, si attesta (a prezzi costanti 2011) intorno al 18 per cento. Ora auspichiamo – afferma Agrinsieme – l’approvazione rapida dei regolamenti, in modo da avere un maggiore quadro di certezze e soprattutto l’avvio di un approfondito confronto in Italia per definire i numerosi aspetti da dirimere a livello di stato membro. Ai tanti aspetti applicativi individuati con gli accordi di giugno (imprenditore attivo, eventuali criteri di regionalizzazione e convergenza, aiuti accoppiati), dopo l’intesa del 24 settembre, si aggiungono – rileva Agrinsieme – quelli relativi all’applicazione della degressività e/o del cosiddetto pagamento redistributivo per i primi ettari, che non potrà essere inferiore al 5 per cento del budget complessivo e la possibilità di trasferimento dei fondi tra i due pilastri. Sono anche questi aspetti importanti che – conclude Agrinsieme – vanno attentamente analizzati e definiti di concerto con le Organizzazioni di rappresentanza delle imprese.