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Obbligo di imbottigliamento per tutelare la vera grappa


Garantire l’autenticità e la qualità della Grappa imponendo il confezionamento nel luogo d’origine, come consentito in Europa per altri distillati nobili: è questa la richiesta di AssoDistil alla Commissione Europea.
La battaglia per l’introduzione dell’obbligo di imbottigliamento della Grappa nel luogo d’origine dura già da due anni. “E’ un percorso difficile e complesso – ha spiegato Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti – tuttavia, quello dell’obbligo di imbottigliamento rappresenta il mezzo più efficace a difesa dei consumatori”.
Secondo gli industriali della distillazione, il rischio che corre l’acquavite italiana per eccellenza è quella di essere snaturata, per non dire contraffatta, a causa di “impieghi anomali” in altri Paesi dell’Unione Europea. Operatori di altri Paesi UE ed extra UE acquistano grandi quantitativi di Grappa allo stato sfuso, ad alta gradazione alcolica, che prima di essere immessa sul mercato è sottoposta ad ulteriori trattamenti. A questa, infatti, è aggiunta dell’acqua e zuccheri di diversa natura. Dalla stessa partita ricevuta si otterranno quindi prodotti totalmente diversi rispetto all’originale, non soltanto come gradazione e colore, ma anche come qualità. Non si tratta quindi di semplice imbottigliamento, ma di vere rielaborazioni del prodotto effettuate in Paesi anche molto distanti dalla zona di origine.
Purtroppo questi prodotti sono poi rivenduti con la denominazione di IG Grappa. “In Italia, tutti i processi sono certificati – ha sottolineato Mazzetti – e sarebbe praticamente impossibile contraffare il prodotto; non così altrove, dove tali operazioni, in alcuni casi, avvengono senza alcun controllo”.
In tal senso, l’attuale giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, sulle denominazioni di origine dei vini e dei prodotti alimentari ha già chiarito come il confezionamento nella zona d’origine sia legittimo, laddove sia introdotto allo scopo di salvaguardare la qualità, garantire l’origine o assicurare il controllo. E se questo vale per il Prosciutto di Parma o il Grana Padano, esistono altri esempi illustri proprio nel mondo dei distillati: “I colleghi distillatori di Scotch Whisky hanno ottenuto l’obbligo di imbottigliamento nell’intero Paese del loro nobile prodotto – ha ricordato il presidente del Comitato acquaviti di AssoDistil – che pure rappresenta volumi ben più importanti della Grappa. In questo caso, la Commissione non ha applicato le stesse considerazioni in termini di circolazione delle merci che ora invoca per negare lo stesso diritto alla nostra acquavite”.
Già nel 2011 il ministero delle Politiche Agricole e Alimentari aveva emanato un Decreto che imponeva il vincolo dell’imbottigliamento a livello nazionale, in attesa del “placet” dell’Unione Europea. Proprio in questi giorni, il Mipaaf ha deciso di prorogare ancora l’entrata in vigore dell’obbligo di imbottigliamento.
“Ringraziamo il ministro Martina per il sostegno – ha concluso il presidente Mazzetti – ma sulla questione non intendiamo desistere. Senza l’imbottigliamento nella zona di produzione, la Grappa, fiore all’occhiello del comparto distillatorio italiano, rischia una forte perdita economica e un grave danno d’immagine”.