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Nuovo obbligo per i margari comunicare gli spostamenti


“Gli alpeggi costituiscono un patrimonio economico, storico, ambientale e l’attività agro-pastorale, con l’immagine delle mandrie e delle greggi che si spostano nei pascoli secondo percorsi e rituali consolidati da secoli e secoli, sono uno spettacolo da salvaguardare”.
Una espressione ad effetto – rileva Paolo Ambrogio, responsabile della zona Cia di Cuneo – che caratterizza indirizzi politici, commenti giornalistici sovente coniugati con rappresentazioni oleografiche della vita dei margari e pastori. Non mancano certo anche le voci che elencano le difficoltà, riportano la grande passione per un lavoro che non concede svago o tempo libero ma, più raramente, fanno emergere alcuni aspetti su cui riflettere, a cominciare dalle difficoltà burocratiche, lamenta Ambrogio nel riferire la recente comunicazione dell’Arpea (l’Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura): nell’apposito modello di transumanza degli animali in monticazione deve essere indicata non solo la prima destinazione dell’alpeggio ma anche gli spostamenti intermedi. E’ noto infatti che, in alta quota, per gestire al meglio le risorse pascolive, mandrie e greggi si spostano su alpeggi diversi, insomma avviene una transumanza nella transumanza, con attraversamento di confini comunali. La sanzione è severa: i titoli legati a località del pascolo non rilevate sulla documentazione probatoria, e non registrate, non verranno pagati. Non si accetteranno autodichiarazioni di nessun tipo relative a pascolamenti avvenuti su località non inserite nell’apposita modulistica”.
“Il problema- conclude il responsabile della Cia di Cuneo – è farlo sapere agli interessati, siamo quasi a metà luglio e margari e pastori sono saliti in alpe da un mese. Ci attiveremo per andarli a trovare in malga e compilare debitamente i modelli. La montagna ci insegna il silenzio…e quindi non vado oltre”.