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Non passa il bilancio Ue da rifare anche la Pac


Il Parlamento europeo ha bocciato con una larga maggioranza la proposta di bilancio Ue 2014-2020 sul quale era stato raggiunto un accordo tra i capi di Stato e di governo e in seno al Consiglio europeo l’8 febbraio scorso.
L’accordo Ue prevedeva un bilancio a 960 miliardi di euro di impegni e di 908,4 miliardi di spese effettive. Secondo l’Europarlamento tale impianto “legherà le mani dell’unione per i prossimi sette anni, non può essere accettato”. L’europarlamento vuole in particolare più flessibilità sulle poste da un anno all’altro, la possibilità di revisione nel corso dell’esercizio e il ricorso a risorse proprie (oggi il bilancio è finanziato all’80% con contributi degli stati).
Oltre alla specifica richiesta della clausola di revisione di mezzo percorso, l’assemblea chiede di inserire una clausola di flessibilità che consenta di trasferire i fondi non spesi da un anno all’altro e da una categoria di spesa all’altra. Un altro punto importante è la bocciatura netta della divaricazione fra impegni e pagamenti, con una differenza di oltre 40 miliardi di euro. Questa differenza, argomenta l’Europarlamento, metterebbe il bilancio in situazione di “deficit programmato” (fondi stanziati per programmi di spesa che, una volta realizzati, non possono essere interamente pagati) con la conseguenza di trasporre all’anno successivo il debito inevaso dell’anno precedente.
La quarta condizione posta dal Parlamento, infine, è che i capi di Stato di governo prendano sul serio le proposte della Commissione per sostituire una parte cospicua dei contributi degli Stati membri al bilancio Ue con “risorse proprie”, come la tassa sulle transazioni finanziarie o una tassa sulle emissioni a effetto serra, il cui gettito, almeno in parte, andrebbe direttamente alle casse di Bruxelles.
Il presidente del parlamento Martin Schulz porterà ora la risoluzione che boccia il bilancio pluriennale al nuovo vertice Ue, a Bruxelles. Poi cominceranno i negoziati per arrivare a un compromesso che si annuncia fin da ora difficile, per la riluttanza degli Stati membri a riconoscere i nuovi poteri rivendicati dall’Europarlamento.
La bocciatura rimette in discussione anche la riforma della Pac, che non può più contare su un budget certo. La plenaria del Parlamento Ue ha approvato quattro risoluzioni che danno il mandato ad una Commissione dell’Europarlamento di negoziare sulla riforma con il Consiglio e la Commissione Ue, affrontano i temi dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale, della organizzazione comune dei mercati unica e del finanziamento, gestione e monitoraggio della Pac.
“Mi rallegro – ha affermato subito dopo il voto il Commissario Ue all’agricoltura Dacian Ciolos – in primo luogo perché siamo in grado di iniziare i negoziati, nel momento in cui, spero, i ministri dei 27 abbiano la settimana prossima un mandato per negoziare”.
“In secondo luogo, e dopo una prima analisi degli emendamenti approvati dal Parlamento, la mia impressione è che il Parlamento ha una posizione più vicina alla Commissione Ue di quella del Consiglio”.
Ciolos si augura di raggiungere “prima di Pasqua” un accordo politico fra le tre Istituzioni comunitarie.