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“Non fate morire la Razza Piemontese!”


Un appello a “mantenere e rafforzare gli aiuti accoppiati previsti per i vitelli nati da bovine di razze da carne”, e in particolare per le “produzioni tutte italiane”, è stato lanciato dai vertici allevatoriali della Razza Piemontese al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.
L’appello è contenuto in una mozione approvata all’unanimità durante l’assemblea ordinaria dell’Anaborapi, tenuta lo scorso 14 maggio a Carrù. Il documento porta la firma di Albino Pistone, presidente Anaborapi (l’associazione nazionale degli allevatori di bovini di razza Piemontese), Carlo Gabetti presidente del consorzio Coalvi e di Roberto Chialva, presidente dell’Arap, l’associazione regionale allevatori del Piemonte.
“Le associazioni degli allevatori – sottolinea Albino Pistone – stanno vivendo vicende drammatiche che hanno portato a un rapido ridimensionamento di gran parte delle strutture operanti sul campo e si profilano ora seri pericoli anche per le associazioni nazionali e per la loro stessa sussistenza, dal momento che si prospettano tagli imminenti sia alle attività, sia a carico del personale”.
Il ministero, fino ad oggi, ha sempre sostenuto l’Anaborapi, dimostrando notevole sensibilità ed apprezzamento per il lavoro svolto, ma ora – è il grido d’allarme che proviene dagli allevatori riuniti a Carrù – “una politica miope mette a serio repentaglio quanto finora raggiunto; si prospetta infatti un taglio indiscriminato delle risorse necessarie allo stesso ministero per il finanziamento della nostra attività”.
Ecco il testo della mozione. “Premesso che l’allevamento delle razze bovine da carne iscritte ai Libri genealogici rappresenta un’importante fonte di reddito per oltre 10 mila aziende italiane; che l’aumento dei costi di produzione espone molte aziende al rischio di chiusura e deve essere controbilanciato da misure parallele che scongiurino l’abbandono della produzione, che avrebbe conseguenti devastanti in termini sociali, ambientali ed economici; che la scorsa gestione dei premi accoppiati (articolo 68) ha permesso sia il rafforzamento delle vacche nutrici da carne iscritte ai Libri genealogici (L 30/92) contribuendo in modo importante alla produzione di carne di origine tutta nazionale, sia la valorizzazione di decine di migliaia di capi da macello attraverso l’etichettatura volontaria (Reg. CE 1760/2000); che le aziende agricole, con il supporto di codesto Ministero e delle Amministrazioni regionali, hanno fortemente investito nella selezione, nella certificazione e nella valorizzazione delle loro produzioni (attività di miglioramento genetico – L 30/92:, etichettatura volontaria – CE 1760; IGP)” e considerato “il rischio che i premi accoppiati art. 52, relativi alle vacche nutrici iscritte e i premi dei bovini da macello che seguono i sistemi di etichettatura volontaria (Reg Ce 1760/2000) e le IGP possano essere livellati al ribasso”, gli allevatori “chiedono il mantenimento e il rafforzamento degli aiuti accoppiati previsti per i vitelli nati da bovine di razze da carne/duplice attitudine iscritte ai Libri Genealogici e registri anagrafici (L30/92); il mantenimento e il rafforzamento dei contributi previsti per i bovini da carne macellati secondo i sistemi di etichettatura volontaria (reg Ce 1760/2000) e i circuiti IGP; il mantenimento di un adeguato differenziale fra gli aiuti previsti per le produzioni tutte italiane e quelle di diversa origine”.