No alla nuova tassa sui controlli
Dopo aver scritto ai ministri della Salute Lorenzin e delle Politiche agricole Martina, Agrinsieme ha rivolto una sollecitazione direttamente ai parlamentari europei eletti in Italia. Il tema è il nuovo regolamento europeo sui controlli ufficiali che rischia di fare aumentare i costi per gli imprenditori e le cooperative agricole dopo la sua approvazione.
Molto dibattito c’è stato in questi mesi tra le diverse Commissioni parlamentari e il Consiglio europeo per evitare questo pericolo, ma il risultato è stato che il testo che approderà in aula non esclude le piccole imprese agroalimentari e cooperative dall’esenzione del pagamento della tassa sui controlli, che era stato proposto inizialmente dalla Commissione europea, ma osteggiato da alcuni Stati membri, tra cui l’Italia. A favore dell’esenzione delle piccole imprese agroalimentari si sono espressi anche il Copa e il Cogeca (i Comitati delle organizzazioni agricole e cooperative dell’Europa) e c’è stata una presa di posizione della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Come evidenziato dal rapporto 2013 sui controlli ufficiali del Ministero della Salute, l’agricoltura è il settore che ha i maggiori controlli sulla sicurezza alimentare. Ad essi si devono sommare anche quelli effettati per i pagamenti ambientali, per il benessere animale, per la tutela del territorio e del paesaggio. Allo stesso tempo, i dati confermano, da anni, che l’agricoltura è l’anello della catena agroalimentare con il minore numero di infrazioni. Non esiste quindi altro settore così tanto controllato e così sicuro. Controlli che le imprese agricole e le cooperative già pagano attraverso le risorse europee destinate al loro sviluppo.
E’ evidente che l’esenzione dal pagamento della tassa sui controlli ufficiali sia una misura necessaria, così come è stato riconosciuto finora in Italia. Nel nostro Paese, ma in generale in tutta Europa, le imprese agricole sono per la stragrande maggioranza piccole e micro imprese, per lo più a carattere famigliare, che compongono anche molte cooperative. Una ulteriore tassazione costringerebbe molte realtà ad uscire dal già stretto circolo delle aziende competitive, portando anche all’abbandono del territorio.