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No alla carne americana trattata con ormoni


L’amministrazione americana sta valutando se imporre tariffe fino al 100% su alcune merci europee, incluse alcune specialità agroalimentari.

Tra i motivi delle mosse dell’amministrazione americana c’é anche il rifiuto da parte degli europei di importare carne di manzo trattata con gli ormoni. Una tecnica utilizzata da un terzo degli allevatori Usa per aumentare la produzione, ma assolutamente proibita in Europa.

Per il legislatore americano trattare la carne con gli ormoni non comporta rischi per la salute dei consumatori. Per quello europeo, invece, ci sono seri dubbi e quindi meglio non rischiare.

L’Unione europea ha già accettato l’importazione di carne americana, a condizione che non sia trattata con gli ormoni. Gli Americani esportano nell’intero mercato Ue l’equivalente di 250 milioni di dollari: carne senza ormoni appunto.

Ma ai produttori degli Stati Uniti questo non basta. Vorrebbero rifilarci anche la carne ormonata.

Trump sembra pronto a spalleggiare le richieste degli allevatori americani che spingono per liberarsi dai vincoli e ad aprire una guerra commerciale con l’Unione europea, ma ciò darebbe l’avvio ad una serie di ritorsioni e contro ritorsioni dagli esiti assolutamente incerti. Certamente non positivi.

Qualsiasi cosa decida l’amministrazione americana, il Piemonte deve continuare a produrre carne di qualità, puntando principalmente sulla razza Piemontese che è considerata tra le più pregiate tanto che in tutti e cinque i continenti, quando si cerca di migliorare la genetica autoctona, si incrociano i capi con i bianchi del Piemonte.

Puntare sulla qualità é la strategia che alla lunga permetterà non solo alla nostra carne, ma a tutti i nostri prodotti, di essere vincenti. Perché mettere barriere alla cricolazione della qualità é difficile.

Gabriele Carenini, vice presidente Cia Piemonte