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Moscato, in gioco il futuro di quattromila famiglie


“I continui rinvii a cui è sottoposta la commissione paritetica sono il chiaro segnale delle difficoltà che sta attraversando il comparto del Moscato, uno dei più importanti della provincia di Cuneo, e sono il sintomo di un malumore latente al suo interno. Tutti, a partire da Confagricoltura Cuneo, dobbiamo forse mettere da parte i troppi personalismi, andando verso una condivisione di idee e di progetti, cercando di fare fronte comune e avendo come obiettivo unico il rilancio dell’Asti”.
Dopo il rinvio della commissione paritetica, inizialmente in programma per inizio mese e fissata nuovamente per il prossimo 15 aprile, la Confagricoltura di Cuneo auspica una maggior coesione della filiera di fronte alle difficoltà e, in particolare, al dialogo con la parte industriale.
“In passato, quando si sono verificate situazioni di crisi, produttori e industriali hanno saputo ricercare insieme, con il sostegno della buona politica, soluzioni intelligenti, ci attendiamo che ciò avvenga anche questa volta – continua l’associazione agricola -. Bisogna riuscire a mettere il bene dell’intero comparto davanti a quello di ogni singolo attore, perché è proprio adesso che servono competenze, disponibilità e buona volontà, tenendo ben presente che in ballo ci sono 9.700 ettari di vigneti e 4.000 famiglie di vignaioli che vivono di questo lavoro. A un osservatore esterno sembrerebbe, invece, che alcune grandi e blasonate case spumantiere abbiano poco interesse per il settore Asti, dopo aver negli anni passati garantito investimenti e aumenti nelle vendite del prodotto”.
Il rallentamento delle trattative e il disinteresse di alcuni rischia, in un settore fino a qualche tempo fa in salute, di avere inevitabili ripercussioni già sulla prossima vendemmia. Secondo dati ufficiosi, infatti, le giacenze sfiorerebbero i 500 mila ettolitri, a fronte di una produzione annua che è all’incirca il doppio e distanti dai 200/250 mila ettolitri considerati ottimali per una giusta gestione del settore.
“In questo quadro i produttori viticoli si attendono forti posizioni sul rilancio del settore, invece che prospettive di un calo della resa a ettaro – conclude Confagricoltura Cuneo -; auspichiamo, quindi, che il Consorzio per la tutela dell’Asti, che per legge gestisce la denominazione, riesca a riavvicinare nuovamente tutte le parti per superare insieme le difficoltà. In un momento tra l’altro molto positivo per altri vini frizzanti italiani, crediamo sia necessaria anche una maggiore apertura del Consorzio nei confronti dei produttori di uve, affinché siano più rappresentati al suo interno”.