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Moscato, fatto l’accordo bisogna riformare la filiera


“Una estenuante trattativa per giungere ad un accordo che si sarebbe potuto concludere mesi addietro, senza creare tensioni in una filiera già sufficientemente stressata da difficoltà produttive ed a condizioni più corrette per i produttori agricoli”.
Questo il commento a caldo del vicepresidente di Coldiretti Piemonte Roberto Cabiale alla notizia dell’adesione degli industriali alla proposta di accordo formulata dall’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero.
”E’ stata una maratona, nella quale l’assessore ha mostrato una disponibilità straordinaria ma non tutti hanno saputo mostrare senso di responsabilità. Anche nella parte agricola c’è stato chi ha rappresentato e continua a dichiarare posizioni in contrasto con i veri interessi della produzione e della filiera tutta”.
L’industria aveva inizialmente proposto un accordo triennale, così articolato: 2014 110 q.li di resa per ettaro + 5q.li di blocage/deblocage (possibilità di andare oltre tale resa) ad un prezzo per l’uva di 105,5 €/q.le ; 2015 100 q.li di resa a 106,5 €/q.le e per il 2016 100 q.li di resa a 107,5 €/q.le per i produttori.
La mediazione dell’assessore Giorgio Ferrero, condotta con grande perseveranza, ha condotto le parti ad incontrarsi su di un accordo biennale che prevede per il 2014 una resa di 107 q.li/ha più 8 di blocage/deblocage con un prezzo di 106,5 euro/quintale di uva, mentre per il 2015 una resa di 100 q.li ha (secondo disciplinare di produzione) ed un prezzo ai viticoltori di 107 euro/q.le.
Un risultato che sconfessa clamorosamente gli accordi sottobanco che nelle settimane scorse erano saltati fuori con l’avallo degli industriali-imbottigliatori e di chi evidentemente nel resto della rappresentanza agricola e della cooperazione non ha interesse ad evitare la mortificazione del lavoro dei viticoltori. Il prezzo delle uve è rimasto quello dell’anno 2013 ma grazie alle rinunce delle trattenute da parte della Produttori Moscato e del Consorzio di Tutela ed alla perseveranza della Coldiretti, forte di un mandato ben specifico ricevuto dalla propria base nei diversi incontri fatti sul territorio, ai viticoltori arriveranno 2 milioni di euro in più rispetto all’anno 2013.
“La filiera del Moscato che ha una valenza straordinaria ed ha una enorme capacità di penetrazione sui mercati internazionali – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte – non può essere regolata da riti anacronistici che alterano gli equilibri all’interno della filiera stessa – continua De Concilio – i viticoltori sono un anello troppo debole che andrà rinforzato attraverso una profonda revisione di questo meccanismo, i cui effetti negativi sono stati limitati dal senso di responsabilità dell’assessore Ferrero, di Coldiretti, della Produttori Moscato e dei non molti industriali dotati di buon senso. Sarà anche necessario recuperare il vero ruolo dei momenti di aggregazione di una produzione che negli ultimi anni si è attestata sui 100 milioni di bottiglie ed il cui valore economico delle sole uve, tra DOCG e mosti parzialmente fermentati, supera i 125 milioni di euro”.