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Ministero Agroalimentare il nome non basta


“Il fatto che il Governo consideri l’agroalimentare volàno di sviluppo dell’economia del Paese, prevedendo risorse importanti per il credito e per gli investimenti e adeguando a questa visuale il dicastero deputato, ci trova pienamente favorevoli. Apprezziamo il cambio di passo che il premier Renzi e il ministro Martina vogliono attuare, accogliendo in pieno le nostre richieste”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, commentando le dichiarazioni fatte da Matteo Renzi nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi per la firma del protocollo di intesa tra il Ministero delle Politiche agricole e Intesa San Paolo con un plafond di 6 miliardi di euro in un triennio. Rendere il Mipaaf un “Ministero per l’Agroalimentare” è una proposta che Confagricoltura aveva avanzato nel 2013 in occasione della presentazione di uno studio sull’agronetwork realizzato con l’Università Luiss.
“Come avevamo sottolineato all’epoca – ha ricordato Guidi – l’importante non sarà solo cambiare la denominazione, ma anche la fisionomia del dicastero, per farlo essere un hub, un centro nevralgico per lo sviluppo dell’agroalimentare”.
Il Ministero per l’Agroalimentare dovrà fare da “snodo”, permettendo di condividere le conoscenze, favorire la collaborazione tra imprese, coordinare i progetti territoriali, allocare correttamente le risorse sui fattori strategici, tagliare drasticamente la burocrazia. Anche le Regioni dovranno essere al servizio di questa strategia.
“Non possiamo più permetterci – ha concluso Guidi – politiche agroalimentari non coordinate”.

(Fonte: Confagricoltura Piemonte)