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Mercato delle carni chi sale e chi scende


Il prezzo delle carni suine (le più consumate in Italia), materia prima per i nostri salumi Dop, è salito nella ultima fase dell’anno, ma il confronto con il 2013 è desolante. Per altro, a dicembre i lavori della Cun (Commissione unica nazionale) hanno visto una imprevedibile battuta di arresto con il mancato accordo sul prezzo fra industrie e allevatori. Non è la prima volta che accade, ma è preoccupante che sia avvenuto nelle ultime settimane di dicembre, stagione decisiva per il settore suinicolo.
Non va meglio per le carni bovine. I dati di Ismea sul terzo trimestre dell’anno dicono che i prezzi sono calati in media del 3% su base annua, con punte di meno 10% per le vacche e di meno 7% per i vitelli.
Ad avvantaggiarsi delle difficoltà delle altri carni è il settore avicolo che mantiene le preferenze conquistate sul fronte del consumo. Non bene invece il comparto cunicolo. Le quotazioni nel 2014 non hanno mai superato (ad eccezione delle prime settimane dell’anno) quota 2 euro al chilo, prezzo sopra al quale è possibile un margine di redditività. Continua così l’emorragia di allevamenti cunicoli, costretti alla chiusura o a rifugiarsi nei contratti di allevamento siglati con le industrie del settore.
Bilanci in rosso anche per il settore ovino. I consumi di carne sono in calo come pure il numero di allevamenti in attività, crollati del 30% secondo le ultime stime riportate da Ismea.