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Mai cosi tanti soldi dal Psr come nel 2018: in Piemonte pagati oltre 196 milioni di euro in dodici mesi


Nel 2018 per i bandi il PSR del Piemonte sono stati pagati 196 milioni di euro. Una cifra annua molto elevata, la più grande da quando esistono i programmi di sviluppo rurale, dal 2000, oltre il record del 2015. Se ad essi si sommano anche i 20 milioni che in questi giorni dovrebbero essere pagati per la misura sulla banda ultra larga, il risultato è ancora superiore. 
“Grazie allo sforzo corale degli uffici abbiamo raggiunto un risultato molto importante – commenta Giorgio Ferrero, assessore regionale all’agricoltura -; ancora più significativo se si pensa al ritardo con cui siamo partiti per il cambio di amministrazione nel 2014. Sono dati che ci pongono in alto nella classifica delle Regioni italiane per spesa erogata”.
L’ottimo risultato ha permesso anche di sbloccare la riserva di performance, (64 milioni) il che rende totalmente spendibile l’intero PSR. Dall’inizio sono stati infatti pagati 335 milioni, oltre il 31% del budget, 1,078 miliardi. Un dato che ci colloca percentualmente al 7° posto, a una incollatura dall’Emilia Romagna, con sopra solo il Veneto, la Calabria e la Sardegna tra le grandi regioni italiane per dotazione di risorse. 
“Questa mole importante di risorse ha permesso di finanziare gli impegni agro-ambientali sul 20% della superficie agricola utilizzata – aggiunge Ferrero – e ha consentito l’insediamento di oltre 800 giovani agricoltori, oltre ad aver permesso a 2000 aziende di ammodernare e innovare la propria struttura produttiva. Mi sembrano risultati molto importanti, che aiuteranno il settore a crescere e a innovarsi per stare al passo con le sfide dei prossimi anni”.

CONFAGRICOLTURA: “CONCENTRARSI SULLE MISURE PIU’ UTILI”

“Apprezziamo gli sforzi – dichiara il presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasia – e diamo atto alla Regione di aver ascoltato le richieste che, a più riprese, abbiamo avanzato. Ora occorre intensificare gli sforzi per giungere alla fine del 2020, data in cui terminerà la programmazione, avendo erogato la totalità dei fondi a disposizione. Si tratta di un lavoro impegnativo – aggiunge Allasia – che richiede un ulteriore adeguamento della programmazione, canalizzando le risorse verso quei progetti che hanno dimostrato di essere utili per lo sviluppo del settore e positivi per l’ambiente, in particolare l’insediamento dei giovani agricoltori, il miglioramento delle imprese agricole e gli interventi agro-ambientali”.