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“Ma non basta liberare l’Italia dal transgenico”


“A Bruxelles raggiunto accordo di principio Consiglio-Commissione-Parlamento: decisione finale su libertà Stati per Ogm a portata di mano”.
Così, su twitter, il ministro per l’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha comunicato l’esito della riunione fiume a Bruxelles circa il delicatissimo negoziato sulla coltivazione degli Ogm in Europa. A questo punto, l’intesa dovrà essere formalmente approvata dal Comitato degli Ambasciatori Ue (Coreper) e dalla Commissione parlamentare Ambiente.
“L’accordo raggiunto oggi è un buon compromesso in quanto molti Paesi Ue volevano una soluzione meno stringente, altri invece chiedevano una soluzione più stringente, ad esempio l’Italia”, ha commentato il ministro per l’Ambiente. “Credo però che il senso di responsabilità e la voglia di venire fuori da una situazione confusa ci abbia indotto tutti a trovare una sintesi”. Il ministro ha anche precisato di essere consapevole “che alla presidenza italiana spetta un compito difficile”: quello di trovare un accordo finale con il Parlamento europeo. Ci sarà su questo “il massimo impegno della presidenza italiana”.
Un comunicato di Greenpeace sottolinea tuttavia che l’accordo non prevede la possibilità per gli Stati membri di vietare un Ogm per ragioni ambientali, il che rappresenta un’arma in più per i giganti del biotech per contrastare per vie giuridiche un divieto nazionale.
“Se pero’ – osserva Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte – si vuole davvero liberare l’Italia dal rischio del transgenico, per usare un’espressione cara ai Verdi, non basta che il nostro Governo si dia da fare per impedire la coltivazione degli ogm, anzi del solo ogm di cui la Ue autorizza la coltivazione, ovvero il mais bt, ma occorre che metta in atto una politica di valorizzazione del mais ogm free nazionale. Ad esempio impegnandosi perché la legislazione Europea preveda che venga segnalato in etichetta sui prodotti finiti se nella filiera è stato usato un ogm o almeno disporre che il nostro mais venga quotato nelle borse merci separatamente dal mais biotech d’importazione e gli siano riservati dei canali privilegiati di commercializzazione”.