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Lupi all’attacco sugli alpeggi cuneesi


L’ultimo attacco è avvenuto sabato notte, sugli alpeggi di Località Comba Giandò (Rocca Bianca), a Oncino, in valle Po. Quando al mattino di domenica i margari Giuseppe e Fabio Barreri hanno raggiunto la loro mandria per la mungitura, si sono trovati di fronte i bovini in evidente stato di turbamento. Una mucca aveva perso il suo vitellino, che le giaceva davanti, morto, con le cosce sbranate ed evidenti segni di morsicatura sulla schiena.
Nella notte la mandria è tornata a turbarsi, ma l’arrivo dei margari ha evidentemente messo in fuga i probabili aggressori.
Il referto dei veterinari dell’Asl sul vitello straziato, lunedì mattina, ha fugato ogni dubbio: l’animale ha subito un attacco, difficile dire con certezza se da lupi o canidi, ma la sostanza non cambia.
Pochi giorni prima, lunedì 14 luglio, in valle Pesio un gruppo di lupi aveva attaccato un gregge di capre e circondato il giovane allevatore Simone Migliore che si trovava al pascolo.

SITUAZIONE SOTTOVALUTATA
«Chi sostiene che il diritto di porto d’armi ai margari non sia la soluzione – commenta il presidente dell’Adialpi Giovanni Dalmasso -, forse non ha ben compreso quale sia la pericolosità della presenza di questi predatori sulle nostre montagne. Trovarsi da soli a oltre 2000 metri di altitudine, magari ad ore di cammino dalle prime abitazioni, con servizi telefonici spesso assenti e con un branco di lupi che ti attacca è una situazione drammatica e che ci deve far riflettere: andare al pascolo disarmati sui nostri alpeggi non è più sicuro e servono dei rimedi concreti. A rischiare non sono solamente le mandrie di animali ma direttamente i pastori e prima o poi qualcuno si farà del male. Forse chi pensa il contrario avrebbe bisogno di trovarsi in una situazione del genere e poi vedremo cosa avrà da dire».

APPELLO ALLA POLITICA
L’Adialpi, solo pochi giorni fa, ha scritto agli assessori regionali del Piemonte all’Agricoltura, Ferrero, e alla Montagna, Valmaggia, per chiedere un incontro in cui discutere delle principali difficoltà degli alpeggiatori, dalle problematiche legate alla PAC (Politica Agricola Comunitaria) alla questione del lupo.
«L’obiettivo – continua Dalmasso- è che la politica ci tuteli in modo che noi possiamo svolgere il nostro lavoro tranquillamente, senza dover temere attacchi dai predatori. Lo stesso vale anche per i turisti: quando incontro un escursionista lo avverto sempre sulla presenza del lupo e gli consiglio di fare attenzione; questo comporterà sicuramente un danno per il turismo in montagna, ma non me la sento di rassicurare troppo la gente sapendo che lassù potrebbe esserci un lupo pronto a sbranarli. Il nostro non è un hobby, ma un lavoro, seppur svolto con grande passione, tramandato da generazioni e di grande utilità per l’ambiente montano e per l’economia agricola regionale: se qualcuno vuole che si torni indietro di trecento anni, quando i lupi attaccavano i greggi e i giovani pastori sugli alpeggi facendo numerose vittime come riportato dalle documentazioni dell’epoca, si prenda la responsabilità di sottoscrivere la sua posizione, sia esso un politico, un sindacato o uno di quegli ormai tanto famosi “animalisti” che vivono nei condominii di Torino e vogliono dettar legge sulle nostre montagne. Concedere il porto d’armi ai margari è fondamentale: difendere i nostri animali, e soprattutto noi stessi, dev’essere un diritto se vogliamo realmente salvaguardare la vita dell’uomo prima di ogni altro ideale».

COSA CHIEDE L’ADIALPI
Le richieste dell’Associazione Difesa Alpeggi rimangono le stesse: abbattimenti selettivi, porto d’armi ai margari e isolare il lupo in determinate aree in modo da aver sotto controllo la sua diffusione e di conseguenza limitarne gli attacchi.