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L’Unione agricoltori lascia la storica sede di Cuneo


La recente Assemblea provinciale dei soci di Confagricoltura Cuneo – svolta ad Entracque lo scorso venerdì 5 luglio – è stata occasione di alcune importanti comunicazioni sociali, fra cui quella relativa all’acquisto di una nuova sede provinciale.
Un bilancio aggregato in segno fortemente positivo frutto di una gestione oculata e manageriale, un trend di soci in costante aumento – in particolare fra le imprese agricole più sviluppate – dunque la necessità crescente di nuovi spazi più consoni all’attività di consulenza e rappresentanza, hanno permesso al Presidente Oreste Massimino di fare lo storico annuncio: l’UPA lascerà a fine anno gli storici locali di Corso IV Novembre per trasferirsi nella parte alta della città.
L’attuale sede dell’Unione provinciale Agricoltori di Cuneo è stata fin dalla sua realizzazione la casa dell’agricoltura cuneese; costruita nel 1933 come sede della Federazione Provinciale Fascista degli Agricoltori di Cuneo su progetto dell’architetto torinese Carlo Mollino e dell’ingegner Vittorio Baudi di Selve, residente a Confreria.
Il progetto Mollino – Baudi – contrassegnato con il motto “Luce” – venne scelto fra 27 proposte differenti “nel giorno 31 del mese di marzo dell’anno 1933 XI, presso la sede in via Roma 41, dalla Commissione giudicatrice dei progetti di concorso per la realizzazione della nuova sede sociale, da erigersi sul lotto d’angolo tra corso Vittorio Veneto e via Vittorio Amedeo II”.
L’ingresso ad angolo imponente, il “salone per adunanze capace di 200 persone sedute” realizzato a ventaglio, simmetrico rispetto all’asse del lotto angolare, le ampie vetrate ed i lucernari delle scale, fino ai particolari architettonici della ringhiera delle scale interne, sono un esempio di architettura del ventennio di particolare pregio architettonico.
Ora, con lo spostamento della sede provinciale di UPA, anche l’ultimo dei numerosi enti agricoli che nel tempo hanno utilizzato le storiche stanze lascia la ex sede della Federazione Fascista degli agricoltori, ora di proprietà del clero.
Rimangono dello storico edificio alcune fotografie in bianco e nero, raccolte nel pregevole volume “Da contadino ad imprenditore” a cura del giornalista Fabrizio Pepino, fra cui una bellissima immagine nell’interno copertina con un corso Vittorio Veneto splendente, le montagne all’orizzonte, nessuna automobile, pochi passanti e sulla facciata dell’Unione Provinciale Fascista degli Agricoltori il motto a lettere cubitali, ora coperto di vernice – “l’aratro traccia il solco e la spada lo difende”.