Sezioni


L’ombra della Turchia sull’annata delle nocciole


Da un primo bilancio della campagna corilicola piemontese 2012/2013, superato ampiamente al giro di boa di metà periodo per concludersi successivamente nel mese di giugno, può considerarsi abbastanza positiva. Soddisfacenti i quantitativi, seppure lontani dai record produttivi delle annate 2007 e 2008, e inferiori di un buon 15-20% rispetto alla precedente annata 2011/2012, complice soprattutto il freddo dello scorso inverno che ha colpito soprattutto le aree di pianura e quelle collinari più elevate.
A livello piemontese la produzione piemontese, concentrata nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo, arriva alle 14.000 tonnellate (lo scorso anno era stato di circa 17.000 tonnellate). A livello nazionale, dopo le 128.000 tonnellate del 2011, il calo produttivo è stato ancora più drastico, addirittura del 25-30% in meno rispetto allo scorso anno.
Anche in questa annata la qualità delle nocciole è stata buona, in linea con le media storica delle precedenti annate, pur non raggiungendo gli ottimi risultati dello scorso anno, dove le rese alla sgusciatura avevano sfiorato il 50%. Sotto il profilo sanitario le elevate temperature che hanno caratterizzato il periodo estivo hanno consentito la raccolta in condizioni di asciutto, con percentuali di umidità molto basse ed evitando il verificarsi di problematiche quali marciumi o presenza di muffe.
Discorso diverso invece per quanto riguarda il mercato, dove non si sono replicate le ottime performance positive dello scorso anno. Nonostante in molte aree produttive, in particolare Centro e Sud Italia si sia verificato un calo notevole dei quantitativi, la ripresa della produzione globale, per effetto soprattutto della Turchia, primo produttore mondiale (70% della produzione), il cui raccolto dovrebbe attestarsi tra le 750.000 e le 800.000 tonnellate, ha condizionato inevitabilmente le quotazioni di mercato.
Il surplus di offerta, nonostante la riduzione dei volumi da parte dell’Italia, secondo produttore corilicolo mondiale, ma anche di Spagna e di USA, ha fatto si che la Turchia, tornata alla piena produzione, abbia raggiunto quest’anno livelli record di esportazioni, favoriti altresì dalla crescita generale dei consumi di nocciole. Secondo alcune stime l’export turco dovrebbe attestarsi intorno alle 189.000 tonnellate, quantità abbondantemente superiore rispetto allo scorso anno.
A livello locale le quotazioni sono state nel complesso stabili per tutta la campagna di commercializzazione, attestandosi mediamente sui 5 €/punto resa, pari a 2,20 – 2,35 €/kg, con prezzi leggermente superiori per il prodotto marchiato.
Nonostante i prezzi di mercato non siano stati particolarmente soddisfacenti, si sono invece avuti ottimi risultati per quanto riguarda la commercializzazione della Nocciola Piemonte IGP. Anche per questa campagna, si prevede di incrementare i quantitativi di prodotto marchiato IGP, superando abbondantemente le 4.100 tonnellate.
Un traguardo che testimonia il crescente interesse da parte del mercato e un numero sempre più ampio di produttori che aderiscono al sistema di certificazione Nocciola Piemonte IGP.
Confermati nel 2012 i due contratti di filiera per la fornitura di Nocciola Piemonte I.G.P. all’azienda Sebaste di Gallo d’Alba e alla Pernigotti di Novi Ligure.