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L’inchiesta sui Caaf fa slittare gli acconti Pac


Secondo la regolamentazione europea Agea e gli Enti regionali, tra cui l’Arpea, avrebbe dovuto erogare l’anticipo del 50% dei pagamenti diretti previsti dalla Pac già a partire dal 16 ottobre 2013. Ma nell’ottobre 2013 una operazione delle Fiamme Gialle nei centri di assistenza agricola di tutta Italia ha portato al sequestro di migliaia di fascicoli aziendali. A distanza di mesi ne sappiamo il numero. Sarebbero 50 mila. Anche un buon numero di agricoltori piemontesi è rimasto coinvolto nell’inchiesta ed è rimasto escluso dai decreti di acconto.
In Piemonte, nella maggioranza dei casi, non si tratta di conclamate violazioni, ma di piccole irregolarità.
“La violazione più ricorrente nella nostra Regione – osserva Lodovico Actis Perinetto, vice presidente regionale Cia Piemonte – riguarda aziende che avrebbero dichiarato contratti di affitto o comodato d’uso con persone decedute, non regolarizzati da parte degli eredi, anche, magari, a causa di successioni andate per le lunghe per i litigi sull’eredità. Nella stragrande maggioranza dei casi le particelle contestate sono soltanto una parte minima della superficie aziendale, ma ciò è bastato perché Arpea congelasse l’intera pratica”.
La Cia del Piemonte ha sollecitato Arpea ha stralciare dal computo degli anticipi le particelle contestate, esortandola a non bloccare l’erogazione degli aiuti per la restante superficie aziendale, onde non aggravare la situazione finanziaria di molte imprese agricole che già versano in condizioni precarie, per le quali i pagamenti diretti costituiscono un’importante sostegno al reddito e sono necessari per saldare i debiti con i fornitori dei mezzi di produzione.
“Oltre tutto – aggiunge Actis Perinetto -, queste imprese dovranno sopportare ulteriori costi e perdite di tempo per portare relazioni, documenti e incartamenti, solo per spiegare di essere in regola”.