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L’Europa innalza il massimale degli aiuti “de minimis” da 15 mila a 25 mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari


Pur non essendo ancora operative, le modifiche al regolamento UE n.1408/2013, che disciplina il funzionamento degli aiuti “de minimis” nel settore agricolo, approvate dalla Commissione europea il 23 novembre scorso non soddisfano del tutto la Confagricoltura. Bruxelles ha infatti portato il massimale di aiuto concedibile per singola impresa nell’arco di tre esercizi finanziari dagli attuali 15.000 euro a 25.000 euro ed il plafond nazionale dall’1% all’1,5% della produzione agricola di ciascun stato membro, a condizione però che lo Stato adotti il registro centrale degli aiuti “de minimis” (in Italia è già predisposto, ma non è ancora operativo) e che non venga superato il limite del 50% dell’importo massimo di tali aiuti a favore di un singolo settore.

Sono decisioni che certamente lasciano in parte delusa la Confagricoltura perché più limitate rispetto a quanto proposto dall’organizzazione (massimale a 30.000 euro senza limitazioni settoriali) in considerazione anche che saranno operative per un periodo di tempo abbastanza lungo, ove ci saranno poche possibilità di eventuali modifiche. La validità del regolamento 1408/13 verrà infatti portata dal 31 dicembre 2020 a fine dicembre 2027.

Con il nuovo regolamento è altresì prevista per ogni Stato membro la possibilità di non adottare il registro centrale ed il limite settoriale, nel qual caso il massimale per azienda sarà più basso, fino a 20.000 euro, ed il plafond nazionale sarà fissato nell’1,25% della produzione agricola nazionale, anziché all’1,5%.

Il regolamento deve essere ancora approvato ufficialmente durante il Comitato Aiuti di Stato, per essere poi operante dopo il ventesimo giorno dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. L’auspicio di Confagricoltura è che nel frattempo il Ministero per le Politiche Agricole si esprima sul sistema da applicare in Italia, ossia quello con massimali a 25.000 euro e con i limiti settoriali o quello a 20.000 euro.