Sezioni


L’Europa frena sui biocarburanti


La Commissione europea ha recentemente pubblicato una proposta volta a modificare gli obiettivi della direttiva del 2009 sulle energie rinnovabili, che prevede una quota pari al 10% di energia rinnovabile nel settore dei trasporti entro il 2020, e la direttiva del 2009 sulla qualità dei carburanti, che impone l’obiettivo del 6% di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra sui carburanti impiegati nel settore dei trasporti nel 2020.
Secondo le previsioni contenute nelle direttive, infatti, la produzione di biocarburanti nell’Ue avrebbe dovuto assumere un volume significativo. Tuttavia, entrambe le direttive impongono criteri di sostenibilità che i biocarburanti devono soddisfare per essere contabilizzati ai fini del raggiungimento degli obiettivi, definendo i requisiti necessari anche per l’ottenimento degli incentivi previsti.
I criteri attualmente in vigore sulla sostenibilità dei biocarburanti impediscono, infatti, la conversione diretta di foreste, zone umide e zone ad alto valore di biodiversità verso la produzione di biocarburanti e prescrivono che i biocarburanti emettano almeno il 35% in meno di gas a effetto serra rispetto ai combustibili fossili che sostituiscono. Questo requisito aumenterà al 50% nel 2017.
L’evoluzione del dibattito sulla sostenibilità dei biocarburanti in ambito europeo ha portato la Commissione europea ad assumere un atteggiamento più prudente. Vi è il rischio, infatti, che parte della domanda supplementare di biocarburanti sia soddisfatta con un aumento della quota dei terreni dedicati all’agricoltura a livello mondiale, il che comporterebbe un aumento indiretto delle emissioni dovuto alla conversione dei suoli. In base a ciò, la Commissione ha deciso di riesaminare l’impatto del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni sulle emissioni di gas a effetto serra e di proporre un intervento normativo per ridurlo al minimo.
Durante una conferenza stampa congiunta, infatti, il Commissario europeo per l’Energia Günther Oettinger e il Commissario europeo per il Clima Connie Hedegaard hanno illustrato gli elementi ispiratori di una proposta che mira a limitare, a livello mondiale, la conversione dei terreni alla produzione di biocarburanti e ad aumentare gli effetti positivi dei biocarburanti usati nell’Unione sul clima. Günther Oettinger, Commissario per l’Energia, ha dichiarato: “La proposta offrirà nuovi incentivi ai biocarburanti che danno i migliori risultati. In futuro i biocarburanti emetteranno molti meno gas serra e ridurranno la fattura per l’importazione di carburanti”.
Sull’argomento si è espressa anche Connie Hedegaard: “Se vogliamo che ci aiutino a contrastare i cambiamenti climatici, i biocarburanti che usiamo devono essere autenticamente sostenibili. Dobbiamo quindi investire in biocarburanti che determinino un’effettiva riduzione delle emissioni e non facciano concorrenza alla produzione alimentare. Non escludiamo ovviamente i biocarburanti di prima generazione, ma inviamo un segnale chiaro: in futuro l’aumento nell’impiego dei biocarburanti deve basarsi su biocarburanti avanzati, perché qualsiasi alternativa risulterà insostenibile.”
Nello specifico, la proposta della Commissione riguarda l’introduzione di modifiche alla normativa vigente sui biocarburanti (Direttiva 2009/28/CE, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e Direttiva 98/70/CE, relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel), prevedendo in particolare di: aumentare al 60% la soglia minima di riduzione dei gas a effetto serra per i nuovi impianti al fine di migliorare l’efficienza dei processi di produzione dei biocarburanti e scoraggiare ulteriori investimenti in impianti che danno scarsi risultati nella riduzione delle emissioni; includere i fattori del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni nelle dichiarazioni dei fornitori di carburanti e degli Stati membri sulle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra dei biocarburanti e bioliquidi.
Si punta anche a: limitare il livello di consumo attuale, ossia al 5% fino al 2020, la quantità di biocarburanti e bioliquidi derivati da colture alimentari che possono essere contabilizzati ai fini dell’obiettivo Ue del 10% di energia rinnovabile nel settore dei trasporti entro il 2020, mantenendo gli obiettivi generali di energia rinnovabile e di riduzione dell’intensità di CO2; offrire incentivi di mercato per i biocarburanti che non hanno impatto, o hanno un impatto basso, in termini di emissioni derivanti dal cambiamento indiretto della destinazione dei terreni, in particolare per i biocarburanti di seconda e terza generazione derivati da materie prime che non implicano una domanda supplementare di terreni, come ad esempio le alghe, la paglia e vari tipi di rifiuti, perché contribuiranno di più all’obiettivo del 10% di energia rinnovabile nei trasporti fissato dalla direttiva sulle energie rinnovabili.
Con queste nuove misure, la Commissione intende promuovere i biocarburanti che aiutano a conseguire sostanziali riduzioni delle emissioni senza entrare in concorrenza diretta con il settore alimentare e che sono al tempo stesso più sostenibili. A partire dal 2020, quindi, solo i biocarburanti che comportano sostanziali riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra e non sono prodotti da colture destinate all’alimentazione umana o animale saranno qualificati per ricevere un sostegno finanziario.