Le quotazioni del Grana Padano perdono il 14 per cento rispetto a un anno fa
“In Borsa merci a Mantova lo scorso 11 gennaio le quotazioni del Grana Padano, stagionatura a 10 mesi, sono scese a 6,33 euro al chilogrammo, lo 0,4% in meno rispetto alla settimana precedente e il 14% in meno rispetto a 12 mesi fa. Ieri, invece, le quotazioni di Milano per la tipologia del Grana Padano a 15 mesi e oltre si sono fermate a 7,35 euro al chilogrammo, con una flessione dello 0,7% rispetto alla settimana precedente e del 9,8% sullo stesso periodo del 2017. È uno scenario che impone rapidamente delle riflessioni sulle cause e sui rimedi”.
Parole dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, in vista anche dell’assemblea del Consorzio di tutela del Grana Padano, prevista il prossimo 2 febbraio, alla quale Fava parteciperà.
“Mi sento umilmente di poter affermare che in questo momento la causa principale dell’andamento non brillante del Grana Padano sui mercati sia attribuibile ad un’aggressione vera e propria da parte dei similari nazionali nei confronti del marchio – afferma Fava -. Sicuramente possiamo escludere che a condizionare il mercato siano in questa fase prodotti a pasta dura di importazione estera. Anzi, dai dati che emergono, appare nitida la responsabilità di questo tipo di prodotti alternativi, che, pur non dando tutte le garanzie del marchio Grana Padano, riescono in ogni caso a trovare spazio nella distribuzione, sempre più alla ricerca di prodotti a basso costo”.
Difesa del marchio e scelte strategiche
“In un siffatto contesto – prosegue l’assessore Fava – risulta quindi del tutto evidente che si debba una volta per tutte sanare il conflitto che si è creato tra produttori che, pur restando all’interno del Consorzio, avviano parte della loro produzione verso impianti di trasformazione che operano al di fuori della logica del marchio”.
Una soluzione potrebbe provenire da nuove regole
“Mi auguro che ci si ponga in fretta il problema di normare e regolamentare queste attività e che ciò possa avvenire già nell’ambito di una discussione franca e aperta che ci potrà essere durante la prossima assemblea prevista per il 2 febbraio – anticipa Fava -. Ho intenzione di presenziare all’assemblea e di dichiarare tutto il sostegno di Regione Lombardia a un processo che faccia emergere con chiarezza questa dicotomia e che possa sposare soluzioni adeguate per la difesa del prodotto simbolo dell’industria casearia del made in Italy”.
Fava è convinto sia ora di affrontare il dibattito.
“Sono certo che queste mie considerazioni siano condivise da buona parte della base associativa e non necessariamente urteranno la sensibilità dei vertici del Consorzio di tutela del Grana Padano, che in questa fase di aperta dialettica col mio assessorato stanno dimostrando di voler affrontare seriamente la questione una volta per tutte. Anche perché queste dinamiche stanno condizionando il mercato del latte, che desta preoccupazione nelle sue tendenze ribassiste”.