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Le proposte per superare la crisi suinicola


Dichiara Renato Silvestro, responsabile del settore suinicolo della Cia di Cuneo: “Se facciamo un confronto tra l’ottobre 2012 e quello del 2013 constatiamo che il prezzo del suino Dop pagato all’allevatore è sceso del 15 per cento mentre, nello stesso periodo, i costi di produzione sono cresciuti di quasi il 10 per cento. Denunciamo e condanniamo l’irresponsabilità della parte di filiera a valle della produzione che compromette le stesse prospettive delle produzioni salumiere di qualità. E’, infatti, non più accettabile che le quotazioni nazionali non riconoscano il differenziale di qualità dei nostri suini dedicati alle nostre denominazioni rispetto alle produzioni europee”.
La situazione si sta facendo drammatica e la Cia denuncia che gli allevatori non possano più sopportare questo clima di incertezze senza prospettive economiche per il futuro.
“La prossima pubblicazione del nuovo regolamento sulle Ocm (Organizzazioni comuni di mercato)- segnala ancora Silvestro – offre strumenti per rafforzare l’aggregazione della produzione. La Cia non si è limitata a denunciare la gravità della situazione al ministro per le Politiche agricole, ma ha formulato 5 proposte da concordare nel “Tavolo suinicolo nazionale” per sollevare il settore in crisi:
1-etichettatura delle carni fresche; deve indicare nato, allevato e lavorato in Italia;
2-iniziative urgenti per rafforzare i controlli sulla carne sui prodotti della salumeria importata in Italia;
3-rendere più facilmente comprensibile al consumatore finale la provenienza e la tecnica di allevamento della carne e dei suoi lavorati;
4- valorizzazione dei Prosciutti Dop: programmazione produttiva, incentivazione all’export;
5- attuare le nuove norme europee sullo sviluppo delle Organizzazioni di prodotto e interprofessionali e sulla programmazione dei prosciutti Dop.