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Latte, sarà l’anno delle vacche grasse? Buono l’andamento generale del mercato e del prezzo alla stalla


Il primo semestre 2019 passerà alla storia come un buon periodo per il settore lattiero caseario e ci sono reali possibilità che tutto l’anno 2019 sia annoverabile tra le annate “grasse”. Buoni infatti tutti i fondamentali di mercato. Nei primi quattro mesi dell’anno le consegne di latte ai caseifici in Europa sono aumentate dello 0,3%, un incremento sostenibile grazie al forte aumento del’export. In Italia le consegne alle latterie nei primi tre mesi del 2019 sono diminuite del 2,72% (Fonte Agea). L’export UE nei primi quattro mesi ha registrato un buon incremento delle quantità, + 2% per quanto riguarda formaggi e burro e +25% per il latte in polvere. A trascinare le esportazioni UE ancora una volta la Cina. Gli stock di burro sono a zero e gli stock di polvere di latte magro in forte riduzione!

I consumi registrano un andamento diversificato a seconda della categoria di prodotti: latte alimentare in calo e formaggi in leggero incremento.

LATTE SPOT

Nel mese di giugno 2019, sulla piazza di Milano-Lodi, il prezzo del latte spot nazionale è stato fissato a 43,11 euro/100 kg (+ 7,91% rispetto al mese precedente). In netto incremento anche le quotazioni del latte pastorizzato francese + 11,96%) e quello tedesco (+11,60%), le cui quotazioni sono rispettivamente salite a 38,02 e 39,05 euro/100 kg. Il confronto con i prezzi del giugno 2018 evidenziano un netto aumento delle quotazioni dello spot italiano +8,78% e aumenti più contenuti per il latte spot francese +1,39% e il latte spot tedesco +1,01%.

LATTE ALLA STALLA

Il buon equilibrio di mercato consente una remunerazione del latte alla stalla a livelli buoni. Il prezzo medio del latte alla stalla in Lombardia ha registrato un valore pari a 40,50 euro per 100 kg (fonte Clal). Teniamo in considerazione che in Piemonte il prezzo medio è normalmente minore di 1,5/2,0 euro 100/kg. Per cui in Piemonte il prezzo alla stalla è intorno ai 39 euro 100/kg. Il prezzo medio a livello europeo nel mese di maggio è risultato pari a euro 34,11 per 100/kg. La forbice dei due prezzi Itali/Unione Europea è tornata ad ampliarsi raggiungendo i 6/7 euro per 100/kg.

ANDAMENTO MERCATO

In Italia il latte crudo è trattato a 0,44 euro/kg. Stabili, invece, le quotazioni dei formaggi Dop.

A livello europeo continua l’aumento dei prezzi del latte e la diminuzione di quelli della crema estera. Il latte crudo tedesco offerto a 0,40 euro/Kg, per lo scemato vi sono venditori a 0,22 euro/Kg.

Per quanto riguarda il burro la piazza di Kempten ha ribassato i listini, -0,15 euro il minimo, fissando il prezzo a 3,80 euro/Kg.  Il bollettino olandese, già calato di 0,10 euro la settimana scorsa, è diminuito di altri 0,04 euro portandosi a 3,85 euro/Kg. Anche il bollettino francese è calato di 0,10 euro ma resta comunque a 4,05 euro/Kg. Le offerte più basse sono sempre quelle per la merce polacca, oggi a 3,50 euro/Kg.

La previsione per burro di prima qualità, però, per l’ultimo trimestre 2019 è di 3,80-4,00 euro/Kg. Anche il mercato dei futures del burro è diminuito questa settimana.

POLVERE DI LATTE

Sul bollettino tedesco e olandese del latte in polvere tutte le voci sono in diminuzione, leggero aumento sul bollettino francese per quanto riguarda la polvere di latte intero. Questi ribassi sono dovuti al fatto che le esportazioni sono al momento alquanto tranquille e anche sul mercato europeo vi sono pochi contratti. Cominciano infatti a vedersi offerte al ribasso per il prodotto francese, molto basse per quello polacco e invece abbastanza stabili per quello tedesco.

FORMAGGI

Quotazioni medie dei bollettini europei dei formaggi in calo per l’edamer 3,05 euro/Kg e il gouda a 3,07 euro/Kg e stabili per il cheddar a 3,14 euro/Kg  e l’emmentaler a 4,36 euro/Kg. In Italia, stabili le quotazioni dei formaggi Dop, tranne un aumento per alcune voci del grana padano a Milano, Cremona e a Mantova, e per il pecorino romano a Milano.

OPPORTUNITA’ CINA

La Cina è il maggior importatore di prodotti lattiero caseari al mondo, con un valore del mercato dairy di circa 12 miliardi di dollari, che potrebbe salire a 16 miliardi nel 2020.

Fondamentale in questa crescita è il fattore consumi di formaggio, che sono passati dal 15% nel 2015 al 25% nel 2017. Secondo una ricerca Mintel, le vendite di formaggio al dettaglio aumenteranno in media del 13% all’anno fino al 2021.

EFFETTO BENESSERE

Eppure in Cina fino agli anni ’80 praticamente non si consumavano formaggi, che erano comunque considerati prodotti di lusso esotici. L’arrivo delle catene di fast food, l’aumento del reddito famigliare ed i nuovi stili di consumo nelle città hanno cambiato il tutto, ed i prodotti lattiero caseari sono presto stati percepiti dai più giovani come sinonimo di benessere e salute alimentare.

La fascia di 20-29 anni rappresenta il 47% dei consumatori di formaggio; mozzarella ed erborinati sono le tipologie più conosciute, pizza e cheesecake sono i piatti preferiti. Diverse scuole elementari di Shanghai includono il formaggio nelle mense ed il consumo dei bimbi rappresenta il 55% del totale. Non per nulla, su 113 prodotti a base di formaggio lanciati sul mercato negli ultimi 3 anni, il 42% era rivolto ai bambini.

La gran parte di consumi si concentra comunque nelle quattro maggiori città del Paese: Pechino, Shanghai, Guangzhou, Shenzen, che hanno redditi maggiori e stili di vita più sensibili alle influenze occidentali.

FATTORE ORIGINE

La Cina rappresenta dunque un mercato di grandi potenzialità, soprattutto per i formaggi italiani. Ad esempio, le imprese australiane e neozelandesi, che vedono nella Cina la destinazione privilegiata per la loro produzione lattiero casearia, si attivano per innovare, per accrescere la qualità dei prodotti e per catturare questa crescente domanda.

Bisogna considerare che i consumatori cinesi tendono ad identificare i prodotti con la loro percezione del Paese da cui questi provengono e che la loro sensibilità e conoscenza aumenta grazie ai viaggi ed ai soggiorni di studio compiuti all’estero. L’origine rappresenta poi un fattore altrettanto importante per catturare nuovi consumatori.

MARKETING MIRATO

Sarebbe il caso che la filiera lattiero casearia italiana, con a fianco il Mipaaft, sviluppasse una forte azione di marketing nel paese asiatico, di durata pluriennale (almeno cinque anni) per cogliere l’opportunità di un mercato in crescita e centrato sui giovani. Probabilmente un “treno” come questo sul nostro mercato non capitava da decenni!

Per rendere l’idea della potenzialità del mercato cinese si evidenzia di seguito l’andamento dell’import di formaggi che è il trasformato dove, più degli altri, l’Italia può dire la sua.

Il grafico sottostante evidenzia in chiaro il netto incremento dell’importazione di formaggi da parte della Cina.

 

Giovanni Battista Testa

(da “L’Imprenditore Agricolo”)