Sezioni


“Latte, purchè non rimangano solo parole senza seguito”


Gli allevatori interessati della rateizzazione in tre anni senza interessi delle multe per lo sforamento delle quote latte relative all’ultima campagna potranno presentare domanda all’Agea entro il 31 agosto 2015. Lo prevede il decreto il Consiglio dei ministri approvato nella seduta del 29 aprile.
Il decreto amplia anche la possibilità di compensazione tra produttori, nell’ambito della quota nazionale, per l’ultima campagna, consentendo a chi ha superato le quote fino al 12% di compensare fino al 6%, cosa che prima non era prevista e che vedeva scattare la sanzione sull’intera percentuale di splafonamento.
Con il decreto viene ribadita la necessità del contratto scritto e con durata minima di un anno: il contratto deve espressamente contenere il prezzo da pagare alla consegna che può essere fisso o legato a fattori determinati, come indicatori di mercato, volume consegnato e qualità o composizione del latte crudo.
”Per rafforzare la filiera – ha annunciato il ministro Martina – viene creata l’Interprofessione del latte, che potrà prendere decisioni valide “erga omnes”, a determinate condizioni, come accade in altri Paesi europei come la Francia”.
Infine, per contrastare le pratiche sleali di mercato, il decreto rafforza il livello di tutela degli allevatori e dei produttori di latte, attraverso una riforma dell’art. 62 che prevede il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo da parte di Ismea, secondo le metodologie stabilite dal Ministero delle politiche agricole. I dati verranno elaborati mensilmente e costituiranno un parametro di riferimento ai fini delle segnalazioni all’Antitrust. Il decreto inasprisce poi le sanzioni per violazioni delle prescrizioni dell’art. 62 con multe che vengono innalzate da 3 mila fino a 50 mila euro e con l’Ispettorato repressione frodi del Mipaaf che potrà segnalare all’Antitrust le possibili violazioni.
Sono tutte decisioni importanti di cui però si dovrà verificare l’attuazione. C’è il rischio che alcune o molte delle decisioni rimangano sulla carta, come è accaduto in passato per l’applicazione dell’art.62.

(Fonte: Cia Piemonte)