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Latte, la Francia si muove l’Italia non stia a guardare


L’aumento delle percentuali di compensazione Iva su latte, bovini e suini deciso dal Governo – scrive il vicedirettore della Cia di Cuneo, Silvio Chionetti – ed il centesimo al litro di latte commercializzato da dicembre 2015 a febbraio 2016 sono provvedimenti utili, ma non certo sufficienti a ridare una giusta redditività alle aziende: i prezzi di latte e carne sono troppo bassi e non remunerativi dei costi di produzione.

Nel settore del latte, a fronte di un costo medio di produzione che supera i 0,40 euro/litro agli allevatori è riconosciuto un prezzo che supera appena i 0,35 euro/litro e per gli allevatori di bovini da carne i risultati non sono migliori: a fronte di un costo medio per capo dell’allevamento bovino del vitellone pari a 2,65€/kg peso vivo corrisponde un prezzo di 2,50 €/kg di peso vivo; situazione di difficoltà analoga nel settore suinicolo le cui perdite vengono valutate attorno a 0,08 €/kg di peso vivo.

La crisi è di estrema gravità e dura ormai da troppo tempo, complici più fattori: l’embargo russo, la crisi del mercato cinese, il cambiamento delle abitudini alimentari con la diminuzione del consumo di carne e latte e l’indirizzo dei consumatori verso nuovi regimi alimentari quali la cucina vegetariana, vegana, macrobiotica.

Come Cia chiediamo al Governo di mettere in campo altre soluzioni, quali la riduzione del carico fiscale, minori oneri burocratici, revisione dei prezzi all’ingrosso, misure indispensabili per cercare di alleviare le difficoltà degli allevatori e rendere il quadro futuro meno incerto.

In Francia il Governo si è mosso con interventi a favore degli allevatori. Il nostro non può restare a guardare. Se vogliamo contenere la già agguerrita concorrenza dei “cugini” francesi è urgente elaborare nuove strategie di difesa e contrasto al drammatico e continuo calo del prezzo del latte e della carne.