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Latte: industriali e Gdo questa è la situazione


Il prezzo del latte alla stalla é crollato a livelli inaccettabili. Continuando di questo passo gli allevamenti di bestiame da latte in Piemonte arriveranno presto al collasso. La situazione è drammatica e non sembrano avere effetti il pacchetto di misure varato dal Comissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan, e quello del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
La Ue, per affrontare la crisi, ha stanziato 500 milioni di euro da ripartire tra 28 Paesi. All’Italia poco più di 25 milioni, cioè 2,2 euro la tonnellata di latte prodotta. Il pacchetto latte del ministro Martina ha stanziato invece 120 milioni da repertire fino alla fine del 2017, ma parte di questa somma è destinata a sostenere misure di incremento dell’export dei formaggi dop, alla promozione e per affrontare la situazione debitoria degli allevamenti. In ultima istanza è arrivato il conto del prelievo di corresponsabilità (30 milioni) che gli allevatori dovranno pagare per aver superato il tetto produttivo assegnato. Ce ne è a sufficienza per accendere le polveri.
Di fronte a questa situazione gli industriali e la grande distribuzione organizzata non possono voltarsi dall’altra parte. “Chiedo all’industria di battere un colpo. Che passi dalle parole ai fatti, perché è chiaro che c’è una condizione molto particolare e delicata”. E’ quanto ha affermato il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina il 29 ottobre scorso, intervenendo alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.
La grave situazione del mercato del latte impone strategie forti, di lunga durata e soprattutto condivise. Tutti gli attori della filiera devono assumersi le loro responsabilità e fare la propria parte.
Sabato 31 ottobre, nella sede dell’assessorato, a Torino, alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, si è svolto un primo incontro tra gli industriali lattiero-caseari e le rappresentanze agricole. Per la Cia del Piemonte sono intervenuti il presidente regionale Lodovico Actis Perinetto ed il direttore regionale Giovanni Cardone.
Per le altre organizzazioni agricole, Revelli della Coldiretti, Cumino della Confagricoltura e Carrù del Copagri. Per la parte industriale Biraghi, Forino (Assolatte) e Pozzoli (centrale del latte di Torino).
Actis ha ribadito che é assolutamente necessario rivedere la distribuzione del valore all’interno della filiera, che attualmente penalizza oltremodo gli allevatori, ed in prospettiva costruire una strategia di filiera per una riqualificazione della produzione piemontese che porti ad una maggior valorizzazione del prodotto.
C’è poi stata poi un’accesa discussione tra le parti relativamente al sistema di indicizzazione del valore del latte, osteggiato dagli industriali, i quali sostengono che il prezzo non puo’ che essere determinato dal mercato, a prescindere dai costi di produzione.
Dopo oltre due ore di confronto senza esito, la ferma presa di posizione della Cia: senza un risultato concreto avrebbe abbandonato il tavolo e decretato la mobilitazione. Cio’ ha determinato la sospensione dell’incontro. A seguito di una successiva breve riunione con l’Assessore, la componente industriale si è detta disponibile ad aprire una trattativa sul prezzo del latte con le organizzazioni agricole su base aziendale, ma non ad aprire una trattativa a livello regionale, come chiedevano le rappresentanze agricole. Una scelta che lascia perplessi.
Si è anche deciso di istituire un tavolo di lavoro congiunto industriali-produttori per definire iniziative che valorizzino la filiera del latte piemontese. Entro la settimana ci sarà una riunione dei caseifici, cui dovrebbe seguire la fissazione di un calendario di incontri con le organizzazioni agricole. E’ un primo passo. Nei prossimi giorni e settimane la Cia verificherà qual é la reale disponibilità degli industriali.

(Fonte: Cia Piemonte)