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Latte, in Lombardia accordo aziendale a 42 centesimi


E’ stato firmato martedì 30 luglio a Milano un importante accordo aziendale sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia.
Un accordo che è più di un normale e semplice contratto aziendale fra una piccola industria lattiero casearia ed uno sparuto gruppo di allevatori, in quanto le firme hanno suggellato l’accordo fra Italatte – Lactalis da una parte e Confagricoltura Lombardia insieme a Cia Lombardia dall’altra.
Il Gruppo Italatte – Lactalis fa capo ai francesi Besnier ed è uno dei principali attori industriali del comparto a livello europeo; in Italia detiene marchi come Galbani, Invernizzi e Cademartori; Confagricoltura e Cia rappresentano in Lombardia oltre la metà del latte prodotto nella regione più lattifera d’Italia.
L’accordo riguarda il prossimo semestre e prevede un prezzo base alla stalla pari a 0,42 euro al litro + iva.
LE DICHIARAZIONI DEI FIRMATARI
“Con senso di responsabilità verso il mondo produttivo le nostre Confederazioni hanno firmato un accordo per la definizione del prezzo del latte per il prossimo semestre di cui potranno beneficiare anche i non associati e che incrementa il prezzo medio del latte alla stalla di quasi il 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Abbiamo verificato tutte le condizioni in un negoziato, lungo e complesso, che era doveroso portare a conclusione perché l’incertezza, ancor più in questo momento di crisi, non fa bene al settore allevatoriale” recita la nota congiunta dei presidenti di Confagricoltura e Cia, Mario Guidi e Giuseppe Politi.
“Quello del latte è un settore chiave dell’economia nazionale – commenta il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Mario Guidi – che va preservato per mantenere una produzione nazionale essenziale per il consumatore e per le eccellenze casearie del made in Italy. Un ringraziamento va fatto al ministro De Girolamo ed all’assessore Fava per aver contribuito a dare un proficuo impulso al negoziato”.
“Le trattative risultano ancor più complicate in un momento congiunturale come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, ma oggi – sottolinea il vicepresidente di Confagricoltura Antonio Piva – si è conferito un corretto prezzo alla produzione di latte italiano, riconoscendo il giusto valore alla qualità del prodotto nazionale rispetto anche al trend delle quotazioni internazionali”.
“Sicuramente quanto raggiunto oggi è un risultato che, almeno fino a fine anno, rasserena in parte i produttori di latte italiani, ma – osserva Luigi Barbieri, presidente della Federazione di Prodotto Lattiero Casearia di Confagricoltura – rimangono tutte le preoccupazioni di un mercato instabile e con costi dei mezzi di produzione che, solo ora, per i cereali, tendono a diminuire; non va dimenticato che l’anno scorso c’è stata un’impennata dei costi delle principali materie prime in media dal 20 al 40%, soprattutto per la soia, rimanendo elevati anche nel primo semestre del 2013”.
COLDIRETTI NON FIRMA E (PER ORA) TACE
Nessuna reazione a caldo da Coldiretti che per bocca di Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia, nei giorni scorsi tuonava che un mancato accordo li avrebbe portati a partire “con le iniziative di protesta che avevamo già programmato per i prossimi giorni”.
La Coldiretti sarebbe pronta ad entrare in azione nei maggiori supermercati della grande distribuzione in tutta Italia per informare i consumatori su quei prodotti che, pur usando marchi italiani o immagini che evocano il nostro Paese, sono realizzati con materie prime straniere. “Li prenderemo – spiega Prandini – e racconteremo a chi fa la spesa cosa c’è dietro e cosa stanno portando in tavola. E’ ora di finirla con le mezze verità che sono solo un inganno alle famiglie, oltre ad affossare le aziende agricole italiane con il furto di immagine e di qualità del vero prodotto italiano”.
Ora un accordo importante c’è, anche se non firmato da Coldiretti, ma vale e porta beneficio a tutti gli allevatori, di qualsiasi associazione essi siano. La protesta dei berretti gialli nei supermercati a fianco degli allevatori insoddisfatti, chissà …