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Latte, ci vuole un progetto comune


Quando nel marzo del 2015 si mandarono in soffitta le quote latte, il prezzo era intorno ai 40 centesimi. Poi ci furono il tracollo del prezzo, capace di mettere in ginocchio molti produttori, e l’invasione di latte dall’estero. Alla fine dell’anno scorso Lactalis proponeva 31 centesimi. Si chiuse per 33 con le indicizzazioni.

L’accordo raggiunto in Lombardia dalle rappresentanze dei produttori con la Lactalis è un netto passo avanti rispetto a quella situazione, complice una ripresa dei mercati internazionali con il prezzo spot praticamente doppiato da 24 a 47 centesimi tra 2015 e 2016, ma mette anche in luce l’imbarazzante arretratezza delle relazioni economiche della filiera del latte in Italia. Da anni, Lactalis agisce da punto di riferimento al quale buona parte, se non tutto il settore, guarda e si adegua. Assolatte non è più in grado di recitare un ruolo nella trattativa per il prezzo del latte.

Il nostro auspicio è che l’accordo raggiunto con la Lactalis sia l’occasione per una ripresa del confronto tra industriali e produttori di latte anche in Piemonte per sviluppare una progettualità in comune, su tematiche di interesse generale. Il futuro del sistema lattiero-caseario piemontese dipende dalla disponibilità degli allevatori e degli industriali trasformatori a prendere atto della necessità di diventare insieme protagonisti attivi nell’affrontare le sfide del mercato e della concorrenza.

Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte