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Latte, allevatori al bivio sulle scelte per il 2015


Alcune industrie piemontesi che raccolgono e trasformano il latte hanno richiesto un aumento delle quote attraverso la correzione dell’indice di grasso, per evitare che i produttori, se continuerà l’attuale andamento produttivo (in Piemonte nei primi quattro mesi della campagna in corso c’è stato un pericoloso innalzamento della produzione di latte rispetto allo stesso periodo 2013/2014: ad aprile del 6,01%, a maggio del 5,37%, a giugno del 6,39%, a luglio del 7,90%), superino la quota loro assegnata ed incorrano in pesanti sanzioni. Il sospetto che il loro obbiettivo, come sostiene la Coldiretti, sia quello di far saltare il banco, favorendo una situazione produttiva di surplus per ottenere un ulteriore abbassamento del prezzo del latte alla stalla, non è del tutto infondato. Ma non basta opporre un diniego alla richiesta degli industriali perché tutto vada posto.

LIBERA CONCORRENZA
E’ noto che il latte non si produce solo in Piemonte, ma in tutta Europa, che circola liberamente e che gli altri Paesi stanno producendo molto più latte del quantitativo globale loro assegnato. E’ quindi prevedibile che il surplus di latte verrà riversato anche in Italia e farà concorrenza al nostro latte.
Non solo, ma il prossimo anno il regime delle quote cesserà di esistere per cui ogni allevatore potrà produrre senza più limitazioni ed è quasi certo che l’offerta di latte sul mercato europeo aumenterà. I minori costi del latte tedesco o polacco potrebbero gettare fuori mercato gli allevatori del nostro Paese, specialmente se titolari di aziende di piccole/medie dimensioni, che hanno costi di produzione più elevati. Le aziende di montagna, penalizzate anche da un punto di vista logistico, saranno destinate via via a scomparire.

PRODUTTORI AL COLLASSO?
A seguito dell’abolizione delle quote, la concorrenza tra gli Stati potrebbe raggiungere livelli talmente esasperati da far collassare intere catene produttive. E’ giunto quindi il momento per tutti gli attori piemontesi della filiera del latte di sedersi attorno ad un tavolo e trovare le intese indispensabili onde evitare che il comparto del latte nella nostra Regione entri in una gravissima crisi. Nessun attore della filiera può pensare di cavarsela da solo in una situazione tanto complicata. L’unità della filiera è vitale per arrivare alla fine del regime delle quote latte in condizioni di pari opportunità con il sistema lattiero europeo e non con l’acqua alla gola.

Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte