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L’agricoltura produce beni primari e… puliti!


“L’agricoltura è alle prese con problemi seri che, anche per via della crisi in atto, ne intaccano l’equilibrio economico e non può continuamente difendersi anche dalle ingiustificate accuse di chi la indica come grande inquinatrice. Così, infatti, non è”. Il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, non accetta i rimproveri che da più parti vengono fatti ad un settore che produce cibo e utilizza le risorse naturali unicamente per questo fine.
Il riferimento principale è all’utilizzo dell’acqua. La carenza idrica è un fenomeno preoccupante che riguarda almeno l’11% della popolazione europea ed il 15% del territorio dell’UE. Anche a seguito dei cambiamenti climatici, pure le nazioni più avanzate e l’Italia dovranno investire nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche.
“Molti, quando si parla del bene acqua, mettono sul banco degli imputati l’agricoltura per la quale la risorsa idrica è uno strumento di produzione – ha rimarcato il direttore Abellonio -. Ci tengo a sottolineare con forza che il settore primario non spreca l’acqua, ma la usa per ottenere cibo, il bene primario assoluto. La risorsa idrica è uno dei più importanti fattori di competitività dell’agricoltura, per questo chiediamo una nuova politica di gestione dell’acqua in agricoltura che sia politicamente condivisa ed economicamente sostenibile, ma senza inaccettabili intenti punitivi”.
Altro aspetto del discorso interessa in particolar modo la zootecnia, sempre più costretta a fare i conti, oltre che con una congiuntura tutt’altro che felice, con chi l’accusa di inquinare l’atmosfera con emissioni eccessive. “A distanza di dieci anni dalla prima applicazione della Direttiva Nitrati in Piemonte, molto è stato fatto da parte degli allevatori del territorio con interventi consistenti, tanto che tra il 2008 e il 2011 le aziende eccedenti i criteri previsti dalla legge sono calate ben del 76% – conclude Abellonio -. È giunta l’ora di garantire un sistema di rilevazione idoneo a quantificare il peso delle altre fonti di inquinamento, onde evitare che le cause dell’eutrofizzazione vengano attribuite totalmente al settore agricolo, già carico di aggravi normativi e tecnici”.

(nella foto: Roberto Abellonio)