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L’agricoltura crea valore … se si riscrive la Pac


“L’agricoltura crea valore”. E’ il titolo della VIII Conferenza economica della Cia che si é svolta a Bologna dal 29 al 31 marzo scorso. Tre giorni di lavori per quattro panel su Europa, impresa, mercato e territorio.

Nella Conferenza ha trovato spazio anche la solidarietà, con la consegna da parte del presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, di 100 mila euro al Centro di formazione professionale alberghiero di Amatrice, per sostenere la sua ristrutturazione dopo i danni enormi subiti a causa delle scosse. E’ il frutto della raccolta fondi “kit amatriciana solidale”, che è stata avviata proprio dalla Cia in occasione del Salone del gusto di Torino a settembre 2016 e si è conclusa a fine novembre 2016.

Per quanto riguarda la Ue, é stata sottolineata l’importanza dell’agricoltura, che fornisce un fondamentale contributo in termini di Pil e di posti di lavoro diretti e indiretti, grazie all’effetto moltiplicatore derivante dal suo indotto. Il fatturato complessivo del settore primario comunitario vale più di 340 miliardi di euro. Gli agricoltori svolgono una preziosa funzione di gestione delle terre e per questa attività occorre le vengano dedicate misure incentivanti “ad hoc”. Un obiettivo fondamentale soprattutto per le aree geografiche più marginali dove l’agricoltura, attraverso i servizi ambientali e il sostegno economico, rappresenta spesso l’unico freno allo spopolamento.

Secondo la Cia vanno riscritte le regole cardine della Pac e modificate al più presto quelle parti che hanno creato problemi, come l’applicazione delle misure ecologiche del greening e l’estrema burocrazia di tutte le procedure che risultano in gran parte più complicate rispetto alla precedente programmazione.

Dai tavoli della conferenza è stato rilanciato il progetto del “Network dei Valori”, su cui la Cia sta lavorando per raccogliere adesioni e contributi dopo averlo presentato all’Assemblea nazionale dello scorso novembre. La proposta della Cia è di creare accordi sinergici codificati tra l’agricoltura, l’artigianato, il commercio, la logistica e gli enti locali per costruire un percorso virtuoso intorno alle produzioni agroalimentari. Con un codice di tracciabilità ‘ad hoc’ da apporre sul packaging dei cibi.

Il “paradosso” della situazione attuale è che mentre l’export del Made in Italy sta macinando un record dopo l’altro, superando la soglia di 38 miliardi, i prezzi pagati ai produttori diminuiscono (di un ulteriore 5% nell’ultimo anno). Una più equilibrata distribuzione del valore lungo la filiera é indispensabile, altrimenti si perde la capacità di produrre e senza produzione non c’è futuro per l’intero settore agroalimentare. Ancora: mentre il settore primario crea occupazione con quasi 1,2 milioni di unità attive, l’imprenditore agricolo perde un giorno di lavoro su quattro per assolvere pratiche e adempimenti burocratici.

Il “Made in Italy” agroalimentare cresce anche con il lavoro degli stranieri: 25mila gli imprenditori attivi nel settore che danno spinta alla crescita del Paese, versando nelle casse dello Stato oneri fiscali (6 miliardi) e previdenziali (5 miliardi) per un totale che supera gli 11 miliardi di euro.

L’ apporto dato dai lavoratori stranieri, in termini di specializzazione e innovazione li rende ormai indispensabili all’interno del tessuto imprenditoriale per garantire la tenuta e la crescita produttiva del Made Italy agroalimentare. Oggi un’azienda agricola italiana su tre conta almeno un lavoratore straniero che in molti casi è anche l’amministratore dell’impresa.

“Nel corso della Conferenza – sottolinea il presidente regionale della Cia del Piemonte Lodovico Actis Perinetto – sono intervenuti ministri, esponenti delle istituzioni comunitarie e rappresentanti del mondo produttivo e accademico che hanno affrontato molti temi, fornendo a tutti noi importanti stimoli di riflessione, che ci saranno molto utili nel proseguo della nostra attività sindacale. La Conferenza ha dimostrato in modo lampante che la Cia è un’Organizzazione forte non solo in termini di associati, ma anche di idee e di proposte”.