L’accordo commerciale tra Europa e Canada (Ceta) piace anche ai giudici della Corte di Giustizia Ue
Il CETA, l’accordo economico e commerciale fra Ue e Canada, è conforme al diritto dell’Unione europea. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con sede in Lussemburgo, che in questo modo dissipa gli ultimi dubbi giuridici sul trattato.
Il CETA è entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017, a seguito dell’approvazione da parte degli Stati membri in Consiglio Ue e del Parlamento europeo. Solo quando tutti gli Stati membri dell’UE lo avranno ratificato entrerà in vigore pienamente ed in via definitiva.
Per l’Italia, il Ceta prevede la tutela di 41 prodotti di denominazione di origine che costituiscono il 90% delle nostre esportazioni verso il Canada. I prodotti italiani godranno di una protezione dalle imitazioni analoga a quella offerta dal diritto dell’Unione. Se l’accordo cadesse, questa protezione verrebbe a mancare.
Grazie al Ceta, è stato introdotto in Canada anche il divieto di evocazione: ossia il divieto di apporre segni, scritte e qualsiasi richiamo che possano evocare il made in Italy sulle confezioni di alimenti e bevande, comprese il vino, non italiane, mentre prima c’era totale libertà.
Gli accordi commerciali, se ben gestiti e governati, rappresentano un’opportunità da cogliere, soprattutto in questo momento in cui dazi, innalzamento di barriere e ostacoli al commercio internazionale la fanno da padrone.In assenza di accordi commerciali é anche difficile contrastare il cosiddetto Italian sounding, un fenomeno che nel mondo ha assunto proporzioni enormi. Si calcola che valga una sessantina di miliardi.
Il Ceta ovviamente non è privo di aspetti critici, sui quali occorre continuare a lavorare.
(Fonte: Cia Piemonte)