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La solita Italia degli aiuti a pioggia


Sugli aiuti accoppiati l’Italia sta scegliendo la solita strada della ripartizione a pioggia, per accontentare tutti, e con pochi fondi. Manca un disegno politico che consenta di rilanciare e sostenere i comparti strategici dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano.
Il plafond che si intende attribuire alla zootecnia, ad esempio, non tiene conto del reale drastico taglio dei titoli speciali assegnati alle aziende di allevamento, con la precedente Pac pari al 50%. Un’equilibrata distribuzione degli aiuti accoppiati potrebbe consentire invece quelle compensazioni necessarie per la sopravvivenza di numerose imprese zootecniche.
Necessario inoltre che il budget previsto dalle norme comunitarie per gli aiuti disaccoppiati, ovvero il 15 % del plafond nazionale comprensivo del 2 % vincolato per le colture proteiche, venga utilizzato al massimo nella convinzione che i circa 570 milioni di euro che sarebbero così disponibili permetterebbero di sostenere in maniera efficace alcuni comparti strategici per la nostra agricoltura e di correggere le storture del nuovo meccanismo di Pagamenti Diretti.
Le ipotesi di un utilizzo di risorse limitato al 8 % o al 10 % del plafond nazionale appaiono poco convincenti, in primo luogo, per l’effetto pratico che ne deriverebbe: le risorse che verrebbero così risparmiate, verrebbero infatti riversate nel regime di Pagamenti Disaccoppiati con scarsissimo beneficio per gli agricoltori ed una dispersione di risorse certamente non auspicabile, a fronte della loro complessiva riduzione e della necessità di razionalizzarne al massimo l’impiego.
Con oltre 570 milioni all’anno si può fare una vera politica agricola, si possono risolvere problemi di alcune filiere e rilanciarne altre. E’ sbagliato pensare di rinunciare alla gestione di parte di queste risorse.

Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte