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La soglia minima degli aiuti non piace a Confagricoltura


La Commissione europea ha adottato la prevista revisione del regolamento sugli aiuti cosiddetti “de minimis” in campo agricolo, ovvero di importanza minore, che proprio in considerazione dell’insignificante impatto sulla concorrenza non sono considerati aiuti di Stato in senso stretto.
La soglia massima per singola azienda è stata fissata, a partire dal 1° gennaio, a 15 mila euro in tre esercizi finanziari, mentre prima era di 7.500 euro. Nonostante il raddoppio, scrive Confagricoltura, l’importo resta del tutto insufficiente, tenuto conto che questa regola si applica, tra l’altro, all’apprendistato, ai bandi Inail per la sicurezza e ad altre disposizioni agevolative.
Restano così difficilmente applicabili gli sgravi e gli altri benefici ai datori di lavoro agricolo in Italia. Anche per questo, ma più in generale per allineare la soglia massima di incentivo alle esigenze delle imprese, Confagricoltura aveva chiesto, a più riprese, di fissare una soglia triennale di almeno 50 mila euro.
Mantenere una soglia così contenuta, significa non tenere conto delle diverse situazioni nei vari Paesi membri: del potere di acquisto e del differente costo del lavoro e dei fattori. Così facendo, la Commissione di fatto non considera il diverso impatto che questa soglia di incentivi può avere rispetto alla dimensione economica delle imprese.