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La situazione dell’export in provincia di Cuneo


Nei primi nove mesi del 2016 il valore delle esportazioni cuneesi di merci è sceso a quota 5,0 miliardi di euro, dai 5,2 del periodo gennaio-settembre 2015, registrando dunque una variazione tendenziale del -3,0%.
Valutando le singole performance trimestrali si osserva, tuttavia, come l’entità della contrazione si sia progressivamente ridotta nel corso dell’anno, invertendo, anzi, la tendenza nel periodo luglio-settembre: alle variazioni del -8,2% e -3,5% registrate nei primi due trimestri dell’anno è, infatti, seguita quella del +2,9% messa a segno nel III trimestre del 2016.

Nel periodo gennaio-settembre 2016 il valore delle importazioni di merci è diminuito dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Il saldo della bilancia commerciale cuneese appare, dunque, in calo rispetto allo stesso periodo del 2015, mantenendosi tuttavia di segno positivo (+2,0 miliardi di euro).

La debole performance dell’export provinciale si inserisce in un contesto regionale caratterizzato da una flessione ancora più intensa (-4,9%), mentre le vendite all’estero complessive nazionali hanno registrato una dinamica sostanzialmente stabile (+0,5%). Cuneo si conferma seconda provincia esportatrice del Piemonte, con una quota del 15,4% dell’export regionale.

“Le statistiche delle vendite all’estero delle imprese della provincia Granda nei primi nove mesi dell’anno 2016 sono ancora di segno negativo, pur attenuato dalla ripresa del terzo trimestre, in conseguenza di un calo generalizzato, più forte in alcuni comparti quali quello dei mezzi di trasporto e particolarmente accentuato a livello extra europeo – sottolinea il presidente Ferruccio Dardanello -. Le difficoltà internazionali e gli scenari di rischio che si aprono in diversi Paesi impongono scelte e strategie oculate da parte delle Istituzioni per affiancare e supportare le imprese e in questo il sistema camerale, che da sempre ha messo in campo professionalità qualificate e attivato reti di riferimento e ausilio per le pmi, si vede oggi pesantemente ridimensionato dal recente decreto di riforma del 25 novembre scorso. Faremo comunque la nostra parte, nei più ristretti ambiti concessi dal legislatore, per non lasciare le piccole e medie imprese senza i riferimenti necessari ad affrontare le nuove sfide dei mercati esteri”.

La diminuzione registrata a livello complessivo provinciale è scaturita dai trend negativi della maggior parte dei principali settori delle vendite all’estero, anche se non mancano segnali più incoraggianti. Le esportazioni di prodotti alimentari e bevande, primo comparto delle vendite all’estero con una quota del 29,9%, hanno scontato una flessione tendenziale dell’1,4%, frutto della debole performance registrata dalle bevande (-5,2%), non pienamente compensata dal lieve incremento registrato dall’export di prodotti alimentari (+0,9%).

Tra i principali settori, ancora una volta, la dinamica peggiore è stata quella dei mezzi di trasporto, che hanno scontato una diminuzione del valore dell’export del 9,2%, dovuta in larga parte alla forte contrazione delle vendite all’estero di locomotive e di materiale rotabile ferro-tranviario.

Anche le esportazioni di macchinari ed apparecchi n.c.a. hanno registrato una performance deludente (-7,4%). Migliori sono risultati, invece, i trend delle vendite all’estero di articoli in gomma e materie plastiche (+1,9%) e del legno e prodotti in legno (+6,1%).

Tra le attività manifatturiere, anche il settore del tessile-abbigliamento ha vissuto una dinamica negativa (-2,2%).
Sostanzialmente stabili, infine, sono apparse le vendite oltre confine di prodotti dell’agricoltura (-0,8%).

Per quanto concerne i mercati di sbocco, la contrazione delle vendite oltre confine è frutto della deludente performance registrata sui mercati extra Ue-28 (-13,6%), mentre le esportazioni dirette ai partner dell’Unione europea, il 70,2% del totale, hanno registrato una variazione del +2,3%.

Nel dettaglio dei singoli Paesi, la Francia si conferma il primo partner commerciale della provincia di Cuneo, generando il 20,1% delle esportazioni locali, seguita dalla Germania, con un’incidenza del 17,0%; le merci cuneesi hanno registrato una buona performance sia sul mercato francese (+7,9%), che su quello tedesco (+5,1%). Meno brillanti sono apparse, invece, le dinamiche esibite in Spagna (-1,7%) e Regno Unito (-7,6%), altri due importanti mercati di sbocco delle merci provinciali.

Al di fuori dei confini dell’Ue-28, Stati Uniti, Svizzera e Cina rappresentano le prime tre destinazioni delle merci locali.
La forte flessione scontata dall’export diretto ai mercati extra Ue-28 è scaturita dalle dinamiche negative registrate in buona parte dei principali mercati, in primis Svizzera, Cina e Turchia.