Sezioni


La sfida agroalimentare ha profonde radici


Si sono svolti venerdì mattina, 31 ottobre, ad Alba, alla presenza del vice ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il cuneese Andrea Olivero, gli stati generali dell’agroindustria regionale: obiettivo dichiarato, discutere di soluzioni per lo sviluppo e la sicurezza dell’agroalimentare piemontese, settore che ha un indubbio peso nel tessuto economico della provincia di Cuneo e del basso Piemonte.
Non a caso a fare da palcoscenico al convegno, organizzato da Confindustria Cuneo dal titolo “I frutti del territorio”, è stata la Filanda Ferrero, sede del centro ricerche della più grande e importante industria italiana, testimone del Made in Italy nel mondo attraverso la sua storia, il suo stile e i suoi prodotti.

STATI GENERALI
Un pubblico numeroso e qualificato ha fatto da cornice al parterre de rois dei relatori. Il senatore Andrea Olivero ha tracciato un bilancio del percorso da vice ministro, sottolineando gli strumenti tecnico-normativi a sostegno del settore agroalimentare. Al suo intervento sono seguite le relazioni del capo dipartimento delle Politiche europee e dello Sviluppo Rurale, Giuseppe Blasi, del capo dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), Stefano Vaccari e del direttore generale dell’Istituto per lo sviluppo agroalimentare (Isa spa), Walter Bellantonio.
Il costruttivo confronto tra Mipaaf, associazioni di categoria e imprenditori, moderato da Ottavio Salvadori Del Prato, ha visto la partecipazione del Product Cif Operating Officier di Ferrero spa Nunzio Pulvirenti, dei presidenti di Federalimentare Filippo Magliani Ferrua, di Confagricoltura Piemonte Gian Paolo Coscia e di Coldiretti Cuneo Marcello Gatto. Di alto profilo anche gli interventi del mondo industriale, ben rappresentati dai presidenti di Saclà spa Lorenzo Ercole, di Marchesi di Barolo Ernesto Abbona e della Centrale del latte di Torino Riccardo Pozzoli.

LE POTENZIALITA’
Dal dibattito è emerso che le potenzialità dell’agroalimentare cuneese e piemontese hanno radice nell’alta qualità e nella riconoscibilità delle produzioni. Allo stesso tempo dal mondo imprenditoriale è stato richiesto uno sforzo maggiore nell’ottica della semplificazione, viste le difficoltà oggettive generate dalla crisi economica e finanziaria.
“Oggi abbiamo toccato con mano le eccellenze del nostro territorio – ha dichiarato il vice ministro Andrea Olivero -, che vanta un patrimonio ricco non solo di produzioni agricole di qualità, come nel caso delle Dop e Igp, ma anche di un tessuto agroindustriale capace di
creare valore aggiunto, fungere da elemento decisivo per l’occupazione e valorizzare il territorio a cui è profondamente ancorato. Dobbiamo continuare a lavorare per sostenere la competitività e difendere, anche in sede europea, la specificità di questo modello produttivo”.

IL PROBLEMA DEI CONTROLLI
“Vorrei segnalare un importante tema, molto sentito dai nostri imprenditori – ha detto Franco Biraghi, presidente di Confindustria Cuneo -. Esiste in Italia, soprattutto a carico delle aziende agroalimentari, un sistema di controlli non coordinato, che costa molto alle imprese in termini di mancata attività e di incertezza operativa. Le stesse cose vengono controllate da molti enti differenti con impostazioni diverse, con visioni diverse, con istruzioni
diverse ed in qualche caso anche con uno spirito competitivo fra di loro. Noi non vogliamo evitare i controlli, ma vorremmo che l’interpretazione delle norme fosse uguale per tutti.
Questo sistema troppo spesso ha danneggiato irrimediabilmente aziende sane, ingiustamente messe sotto i riflettori. Questo è uno degli esempi che le vogliamo oggi portare perché il Governo possa porvi rimedio”.