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La salubrità dei vini all’esame dei consumatori


Analisi dei vini bianchi e rossi prodotti in provincia di Cuneo. Questo l’obiettivo dell’indagine promossa dal Movimento consumatori, nell’ambito di una serie di analisi nel settore agroalimentare, tese a verificare la genuinità di cibi e bevande. Lo screening, realizzato con il contributo della Camera di commercio, ha interessato 60 campioni, tra bianchi e rossi. In particolare, si è guardato alla presenza di solfiti e di residui di pesticidi, con risultati nel complesso soddisfacenti, ancora migliorabili.
Per quanto concerne l’anidride solforosa (indispensabile nella produzione dei vini bianchi, in cui esplica azione antisettica e selettiva inibendo lo sviluppo dei batteri, e capace di evidenziare meglio colore e aroma dei vini rossi), la legge prevede che non debba superare i 200 mg per litro. Le analisi hanno rilevato percentuali inferiori, comprese tra i 50 ed i 130 mg per litro nei rossi (con assenza di tracce riscontrabili per alcuni prodotti) e un valore medio di 100 mg per litro nei bianchi. In questi ultimi, a tenori più alti di anidride solforosa corrispondono prezzi inferiori. Di qui una considerazione: la presenza di solfiti aumenta con il ridursi della qualità e del prezzo.
Quanto all’ocratossina A, non è stata rilevata, segno dunque di buona qualità delle uve e di un buon processo di vinificazione.
A proposito dei pesticidi, tutti i campioni, esaminati dal laboratorio Eurofins di Nantes, sono risultati conformi ai limiti previsti dalla legge. Il 20% è risultato completamente privo di residui, mentre nell’80% dei campioni sono stati riscontrati residui di un pesticida o più, ma sempre tra quelli consentiti e nei limiti di legge.
La ricerca del Movimento consumatori conclude con l’auspicio che la legge sull’etichettatura sia più chiara, prevedendo l’indicazione non solo della presenza, ma anche della percentuale dei solfiti, con vantaggio per il consumatore e potenziamento di immagine per i prodotti di maggior qualità.