La Regione Piemonte insiste sulla costituzione delle associazioni fondiarie: contributi e modalità di assegnazione
Nel novembre 2016, la Regione, grazie all’impegno dell’assessore Alberto Valmaggia, aveva ufficializzato la costituzione delle Associazione Fondiarie con la Legge approvata in sede legislativa dalla Commissione Attività Produttive, Montagna e Turismo.
Quali sono gli obiettivi del provvedimento? Favorire la ricucitura e il recupero dei tanti terreni frazionati e incolti che sono presenti nelle terre alte e nelle zone collinari (in Piemonte il 53% della superficie complessiva), per renderli nuovamente produttivi e, di conseguenza, appetibili al riuso.
In quale modo? I proprietari degli appezzamenti li conferiscono all’Associazione la quale, poi, elabora un Piano di gestione funzionale alle loro caratteristiche e li affitta a un fruitore che può essere un socio, un gruppo di soci o un imprenditore esterno. La stessa Associazione deve investire gli utili nell’ulteriore miglioramento tecnico delle aree rimesse insieme. I proprietari non utilizzatori del fondo rigenerato hanno un duplice vantaggio: mantengono la proprietà dell’area resa disponibile anche per gli eredi e ottengono una valorizzazione dei terreni prima abbandonati. Inoltre, possono esercitare il diritto di recesso all’adesione nel rispetto dei vincoli contrattuali tra l’Associazione e chi coltiva i terreni recuperati.
Nello scorso mese di gennaio, la Giunta Chiamparino, sempre su proposta dell’assessore Valmaggia e proprio per favorire il recupero dei terreni incolti o abbandonati, ha stabilito i criteri capaci di favorire il percorso. Si considerano terreni incolti e abbandonati quelli non destinati a uso produttivo da almeno due annate agrarie. Ci sono poi quelli “silenti” dei quali non è noto o non è reperibile il proprietario o l’avente diritto. In entrambi i casi, possono chiederne l’utilizzo le Associazioni Fondiarie, ma anche gli imprenditori singoli o associati. Ad assegnarli sono le Unioni di Comuni o i Comuni. La richiesta di coltivazione deve comprendere il Piano di Sviluppo Aziendale della durata di almeno 5 anni.
La Legge del 2016 prevedeva anche dei contributi per favorire la costituzione delle Associazioni Fondiarie. Nei giorni scorsi, la Giunta piemontese, ancora su proposta dell’assessore Alberto Valmaggia, ha dato l’ok alle modalità di assegnazione degli stessi finanziamenti per il 2018.
I contributi vengono concessi in tre casi. Coprirei costi sostenuti per istituire l’Associazione: è rimborsabile una cifra fino all’80% delle spese ammissibili (queste ultime considerate nella misura massima di 500 euro). Elaborare il piano di gestione dei terreni disponibili con l’obiettivo di realizzare le opere di miglioramento fondiario: importo massimo assegnabile di 5.000 euro. Indennizzare, attraverso l’una tantum di 500 euro a ettaro (cifra massima erogabile di 30.000 euro), i privati proprietari delle superfici o gli aventi titolo sulle aree che le hanno conferite all’Associazione per 15 anni.
L’Associazione deve essere formata da un minimo di 5 soci conferitori e avere una produzione standard minima: per le zone di montagna e collina depressa, 7.500 euro o minimo di 5 ettari di terreno; per le zone di collina e di pianura, 15.000 euro. Lo stanziamento della Regione per i contributi è di 150.000 euro. Le domande vanno presentate entro giovedì 13 settembre 2018.
“La Legge e i provvedimenti ad essa collegati – sottolinea l’assessore Valmaggia – intendono contrastare l’abbandono delle aree montane e collinari avvenuto nei decenni passati: fenomeno che ha portato al loro progressivo spopolamento con conseguenze drammatiche anche dal punto di vista paesaggistico e del dissesto idrogeologico. La strada intrapresa vuole costituire una grande opportunità di sviluppo e di nuova occupazione per le zone considerate marginali, di salvaguardia del territorio e dell’ambiente e di contenimento dei rischi di calamità naturali o dovuti agli incendi. Le realtà associative già costituite sul territorio regionale hanno dimostrato di aver raggiunto dei risultati positivi in queste direzioni e stanno contribuendo a una condivisione costruttiva delle loro esperienze”.
Il bando e il modulo della domanda di contributo sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione e si possono scaricare al linkhttp://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2018/23/attach/dda1800001617_1040.pdf
Il documento sarà comunque disponibile anche nella sezione Bandi e Finanziamenti del sito della Regione Piemonte.
Per informazioni: Settore Sviluppo della Montagna e Cooperazione Transfrontaliera (0171 321911; montagna@regione.piemonte.it).
IN PROVINCIA DI CUNEO
Per quanto riguarda la provincia di Cuneo, le Associazioni attualmente attive sono a: Carnino; Upega; Montemale; Macra; Ostana; Stroppo; Melle e Rittana: l’ultima nata nel 2018. “Sono quindi sei – conclude l’assessore Valmaggia –le Valli cuneesi già interessate da questa esperienza: Alta Val Tanaro; Valle Grana; Valle Maira; Valle Po; Valle Varaitae Valle Stura.
Inoltre, al momento altre aree della “Granda” stanno lavorando al progetto e le risorse disponibili potranno aiutare a istituire altre Associazioni”.