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La Pac difenda l’avicoltura italiana


Confagricoltura e Unaitalia hanno scritto una lettera al ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e alle Regioni, richiamando la necessità di dare una maggiore attenzione al comparto avicolo nell’ambito della programmazione di sviluppo rurale in corso di definizione.
“Il settore è sicuramente uno dei più importanti e rappresentativi della zootecnia nazionale – si legge nella missiva firmata da Mario Guidi, presidente di Confagricoltura e Aldo Muraro, presidente di Unaitalia – ed ha fino ad oggi gestito autonomamente la propria crescita senza mai beneficiare di incentivi da parte della Politica Agricola Comunitaria. I risultati ottenuti però, rischiano adesso di essere messi in discussione da una serie di fattori di criticità che sono intervenuti negli ultimi tempi, e che hanno reso più vulnerabile il settore da noi rappresentato”.
Il riferimento, in particolare, è all’importazione crescente di prodotti avicoli da Paesi terzi che sta interessando il nostro Paese. Si registrano sensibili incrementi di quantità di uova provenienti da Paesi extra UE, che godono del vantaggio di non essere assoggettate alle stringenti norme europee e che beneficiano pertanto di consistenti riduzioni di costo che ne favoriscono l’acquisto e la commercializzazione nel territorio nazionale. Anche per le carni di pollame, sostenute da un’attenta strategia di rilancio da parte dei governi dei Paesi partner, si registra un incremento delle esportazioni in Italia; emblematico il caso dei prodotti tedeschi verso l’Italia. Questa crescente concorrenza sta determinando, nel nostro territorio, un processo di selezione e contrazione della produzione.
“Non c’è mai stata, fino ad ora, una strategia in grado di difendere la produzione nazionale dai vantaggi goduti dai Paesi extra UE, non assoggettati alle stringenti normative vigenti nel continente e dalle spinte espansionistiche favorite dai governi dei Paesi partner – ha dichiarato Oreste Massimino, presidente di Confagricoltura Cuneo e della sezione Avicola regionale e nazionale -. Questa negativa contingenza ha già coinvolto i nostri allevamenti, dove si registrano: riduzioni dei tempi di accasamento, ampliamento dei tempi di sosta e diminuzioni dei capi allevati”.
Secondo le due associazioni sono molte le misure da prevedere ed attuare nel prossimo arco temporale, così da rendere gli allevatori avicoli e l’intera filiera attori e beneficiari dei Piani regionali di Sviluppo Rurale. Il comparto, infatti, è chiamato a sostenere importanti investimenti, che la filiera non si può permettere, vista la limitatezza di marginalità degli ultimi anni e la conseguente carenza di risorse da destinare all’innovazione.