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La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina rafforza il mercato del lattiero-caseario italiano, situazione favorevole


Il dato più significativo che domina lo scenario mondiale del settore lattiero caseario è il seguente: export dell’UE verso la Cina nei primi sette mesi del 2019, +22,3% in volume e +11,2% in valore; export USA verso la Cina nel medesimo periodo, -53,1% in volume e -41,3% in valore! Anche la Nuova Zelanda, principale fornitore della Cina a livello mondiale, ha registrato una crescita importante, +23,2% in volume e +17,7% in valore.

Se a questo dato aggiungiamo quello della produzione (consegne alle latterie) dei primi sette mesi del 2019 si evidenzia un – 0,5% a livello dell’Unione Europea e un – 2,1% nei primi quattro mesi 2019 in Italia. In Italia la sola regione che non arretra è la Lombardia, tutte le altre registrano una riduzione delle consegne alle latterie. Il Piemonte registra un meno 1,78%.

Detto questo, le motivazioni del perché c’è una forte domanda di latte, sono belle e che spiegate: vi sono molti altri fattori che influenzano l’andamento di mercato, ma sicuramente, quelli commentati sopra, sono i fattori che maggiormente determinano la situazione favorevole di mercato.  La guerra commerciale tra USA e Cina ha dato i suoi frutti!

LATTE SPOT.

Le quotazioni del latte spot sono il primo indice che conferma quanto detto prima, dopo una leggera flessione delle quotazioni ad agosto, -1,68% per lo il prezzo del latte spot nazionale, nel mese di settembre le quotazioni sono tornate a salire.

Nel mese di agosto 2019, sulla piazza di Milano-Lodi, il prezzo del latte spot nazionale è stato fissato a 46,22 euro/100 kg (+ 11,37% rispetto all’agosto 2018). In netto incremento rispetto all’agosto 2018 anche le quotazioni del latte pastorizzato francese + 6,83% e quello tedesco, + 5,29%, le cui quotazioni sono rispettivamente salite a 41,58 e 42,61 euro/100 kg. La differenza delle quotazioni del latte italiano rispetto ai latti di importazione è buona, intorno ai 4-5 euro ogni 100 kg.

PREZZO ALLA STALLA

Nel mese di luglio 2019 il prezzo medio del latte alla stalla ha registrato, in Lombardia, un valore pari a euro 41 ogni 100 kg. In Piemonte, per via di una raccolta più costosa e per il fatto che c’è meno concorrenza, il prezzo pagato alla stalla è variato tra i 39 e 39,5 euro ogni 100 kg. Il prezzo medio a livello europeo nel mese di luglio è risultato pari a euro 33,70 per 100/kg. La forbice dei due prezzi Italia/Unione Europea è fissata intorno ai 6/7 euro per 100/kg.

GRANA E PARMIGIANO

I buoni prezzi del latte praticati in Italia, sia per il latte spot e sia per il latte alla stalla, e il buon differenziale tra i prezzi italiani e quelli europei trovano fondamento nei prezzi dei formaggi Italiani e in particolare dei prezzi del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.

La quotazione del Grana Padano stagionato 9 mesi (piazza di Milano) è passata da euro 6,15 kg dell’agosto 2018 a euro 8,0 kg. dell’agosto 2019. L’incremento è pari al 30%!

La quotazione del Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi, sempre sulla piazza di Milano, è passata da euro 9,75 kg dell’agosto 2018 a euro 10,95 kg dell’agosto 2019, registrando un incremento del 12,3%. E’ noto che la produzione di questi due formaggi assorbe oltre il 45% del latte italiano ed è assodato che quando le quotazioni di questi formaggi sono alte, anche il latte italiano ne trae beneficio.

OTTIMA ANNATA

L’anno 2019 entrerà a far parte degli anni positivi del settore, nella sostanza per tutta la durata dell’anno il prezzo del latte alla stalla è stato ampiamente al di sopra del costo di produzione con margine netto che mediamente è tra il 5% e il 10%. Buono per far “respirare” i bilanci degli allevamenti e pianificare eventuali investimenti di ammodernamento delle strutture e di adozione delle innovazioni che la tecnologia propone. In particolare occorrerà guardare agli aspetti di miglioramento del benessere animale e di sostenibilità ambientale degli allevamenti. Le nuove richieste di mercato e la normativa cogente (vedi il pacchetto Classyfarm) incombono e gli allevamenti devono poter fare gli adeguamenti necessari per stare al passo con i tempi.

POSSIBILI CRITICITA’

Le minacce che potrebbero far scemare questo periodo favorevole sono almeno due: una derivante dai consumi interni che non sono positivi e se così proseguissero alla lunga gli effetti si farebbero sentire sulle quotazioni del latte; la seconda è data dalla possibile “pace commerciale” tra USA e Cina. Tale evenienza consentirebbe un recupero dell’export degli USA verso la Cina con ripercussioni negative sull’export dell’Unione Europea verso la Cina.

 

Giovanni Battista Testa