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La grande alleanza contro la cimice asiatica


Lunga fra i 12 e i 17 millimetri, colori fra il grigio e il marrone, la cimice asiatica in poco tempo è diventata il peggior nemico della ortifrutticoltura italiana. Nel 2016 in Italia ha causato perdite per oltre il 40% di pere e kiwi, con danni pesanti anche a mele, pesche, uva, pomodoro, noci, nocciole, mais, soia.

La cimice asiatica é capace di volare per 2,5/5 chilometri al giorno e attacca ogni frutto. E’ stato accertato che una femmina riesce a deporre in media 285 uova all’anno, e dopo le madri, nella stessa stagione, depongono le figlie. Fermarle è difficilissimo. Anche con l’uso di neonicotinoidi, piretroidi e fosforganici non si sono raggiunti grandi risultati e non si può insistere perché si ammazzano anche gli insetti utili, come gli impollinatori.

La cimice asiatica ha la sua forza principale nel fatto di non avere antagonisti specifici. Il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) di Firenze l’anno scorso ha annunciato la scoperta di un “predatore”, l’Ooencyrtus telenomicida, un imenottero di meno di un millimetro in grado di “parassitare” le uova di cimice impedendone la proliferazione. E’ stato provato, ma almeno per ora i risultati ottenuti non sono stati confortanti.

Il Piemonte ha avviato un progetto coordinato, finalizzato a dare risposte concrete alle aziende interessate dall’invasione, ma occorre aumentare i fondi da dedicare alla ricerca per il contrasto a questo pericolosissimo insetto. Allo stesso tempo é necessario stanziare risorse straordinarie per sostenere gli agricoltori, fortemente danneggiati dal fenomeno.

(Fonte: Cia Piemonte)