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“La filiera dell’ortofrutta è come un motore ingolfato”


“L’avvio degli stacchi di drupacee di questi ultimi giorni ha palesato l’inevitabile influenza negativa del maltempo, abbinata all’impostazione pesante del mercato verso le referenze estive di massa, come le pesche”.
Questa la prima notazione circa la crisi della campagna della frutta estiva italiana da parte di Domenico Sacchetto, leader dell’OP-Organizzazione di Produttori Piemonte Asprofrut di Lagnasco, nonché alla guida di Assortofrutta (l’Associazione dei Consorzi per la valorizzazione e tutela delle produzioni ortofrutticole a marchio collettivo del Piemonte), interpellato da FreshPlaza.
“Di fatto – commenta il manager – quella dell’ortofrutta (e della frutta in special modo) è una filiera ripiegata su se stessa, è come un motore ingolfato che necessita di essere smontato e riconvertito, soprattutto in funzione della realtà di riferimento, cioè un mercato in cui l’export detiene il maggior valore (in particolar modo per le pesche), e nel quale i Paesi concorrenti hanno costi di produzione inferiori del 30/40%”.
Secondo Sacchetto, una mediazione con in grandi gruppi distributivi costituirebbe uno degli step fondamentali per cercare di liberare i prodotti estivi dalla eccessiva pressione promozionale che deprime i ricavi per la base produttiva: “L’economia del settore non può ridursi a una sintesi del volantino delle offerte, con le pesche a super sconto usate come elemento di richiamo nei confronti dei consumatori, stremando poi le realtà produttive con protocolli di qualità sempre più cavillosi e onerosi, certamente finalizzati alla garanzia di qualità e sicurezza verso il consumatore, ma omettendo però i giusti margini al comparto produttivo per reggere investimenti, innovazione e ricerca in genere”.
Non è un caso che, non trovando adeguata remunerazione sul mercato interno, la maggior parte dei magazzini locali dirotti la merce sui mercati esteri, in particolar modo oltremare.
Sulle misure di sostegno alla produzione, Sacchetto osserva: “Le problematiche ormai croniche legate al maltempo, dovrebbero perlomeno suscitare iniziative da parte degli Enti regionali e ministeriali, come i ritiri straordinari di prodotto o la sigla di accordi sostenibili con l’industria di trasformazione della frutta in succo o l’invio di prodotto per usi collettivi come mense (scuole, sanità locale, etc.), anche in funzione di stimolo ai consumi interni”.
In quanto a misure drastiche come l’interruzione delle operazioni di raccolta, il manager esprime “massima condivisione della linea Unaproa, di cui Piemonte Asprofrut fa parte. In una situazione così estrema e pericolosa non solo per l’agricoltura, ma anche per tutto il suo indotto ancora sottostimato, urge una presa di posizione che obblighi il mercato a un’assunzione di responsabilità verso intere comunità agricole internazionali”.
Pure nel contesto europeo di potrebbero sollecitare interventi come, secondo Domenico Sacchetto: “Fissare un limite di produzione a ettaro, condiviso e siglato a livello comunitario, e non solo italiano. Nell’immediato, invece, si potrebbe rispondere alla crisi attraverso una riduzione dei contributi da pagare che, al contrario, nell’ultimo periodo hanno determinato spese assai rilevanti, e purtroppo non programmate, per le imprese. Penso per esempio al recente annullamento dell’esenzione dal versamento dell’imposta Imu sui terreni agricoli condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, così come alla mancata riduzione dal 65% al 56% dei contributi del Condifesa di Ravenna (relativi all’assicurazione agevolata per sistema antigrandine, ecc.), che hanno complessivamente creato ulteriori esborsi non previsti”.

(nella foto: Domenico Sacchetto)