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La Cia prepara il giro dei sapori del Monviso


«Quello di compiere un viaggio ideale, da riportare in forma scritta, intorno ai sapori della zona del Pit Monviso – ci spiega Bruno Payrone, presidente zonale della Cia saluzzese -, è un suggerimento che ho posto all’attenzione della Direzione della Cia – Confederazione Italiana Agricoltori di Cuneo e che ha trovato unanime consenso. Occorre riempire un vuoto compiendo un paziente lavoro di mappatura dei prodotti tipici dell’ambito territoriale del Pit Monviso disegnando in tal modo un quadro preciso della produzione agroalimentare del territorio, una vera e propria guida enogastronomica particolare che non si limiti a parlare dei prodotti tipici, ma sappia proporre anche itinerari di tipo artistico e paesaggistico. L’esigenza me l’hanno segnalata alcuni amici di Rovigo che un giorno hanno deciso di compiere un viaggio a ritroso dalla foce del Po del rodigino fino alla sorgente del grande fiume scoprendo un paesaggio, una storia, una ricchezza di prodotti che mai si immaginavano lamentando che non facevamo abbastanza per portare a conoscenza dei cittadini italiani il ricco patrimonio di cui disponiamo in questo territorio».
«Certo – continua Payrone – il filo conduttore, o almeno quello di partenza, deve essere quello agroalimentare, per rispondere alle esigenze dei tanti turisti che scelgono le loro mete anche in base alla gastronomia. Dobbiamo fornire uno strumento che permetta loro di conoscere i prodotti del territorio del Pit Monviso in tutta la filiera alimentare: chi li produce, dove si possono acquistare, e, una volta a casa, come cucinarli con un occhio alle ricette antiche ed al gusto moderno. Bisogna dar vita ad una pubblicazione semplice da consultare, che descriva con chiarezza luoghi e sapori, che possa essere utilizzata anche in cucina grazie a gustose ricette che conterrà al suo interno ma anche consultato durante una gita sul territorio».
E così la Cia – Confederazione Italiana Agricoltori zonale ha cominciato a stilare un elenco delle esigenze ed un programma di lavoro per conseguire il risultato dell’ambizioso progetto di Payrone. Dalla iniziativa di studio e ricerca deve trasparire alla prima consultazione l’obiettivo di conservare e tutelare il patrimonio enogastronomico e le tradizioni agroalimentari, elementi fondamentali della cultura e della storia del territorio del Pit Monviso in modo che possano diventare anche opportunità di sviluppo per il territorio.
Un documento scritto, ricco di contenuti e ben articolato, che abbia protagonisti eccellenti le mele, il kiwi, le pesche, le nettarine, le albicocche, le nettarine, le pere, il latte, il vino, i salumi, i formaggi, i funghi, il miele, le castagne, le carni di allevamento e selvaggina, tutti tesori di questo bellissimo territorio. Un documento che diventi una vera e propria guida che proponga anche una serie di itinerari, che permettano di scoprire i luoghi nei quali nascono i prodotti, avvicinando così i sapori dei prodotti tipici alle bellezze artistiche e paesaggistiche dell’ambito territoriale del Pit Monviso.
«L’enogastronomia, il turismo rurale, l’ambiente – integra il presidente zonale della Cia – sono elementi essenziali per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio. Dobbiamo allora costruire anche una guida enogastronomica, innovativa perché deve interagire con i prodotti tipici del territorio del Pit Monviso, prodotti sempre disponibili ed adatti all’uso quotidiano. Dobbiamo proporre un ricettario che sia particolarmente ragionato e le cui ricette siano spiegate in maniera semplice, con note storiche ed indicazioni tecniche. E’ indispensabile far pervenire agli interessati (consumatori, lavoratori, turisti, studenti, ecc..) la stretta relazione del territorio con il prodotto, svolgere un lavoro certosino per andare a vedere questi legami, fare in modo che sia il territorio il marchio di qualità dei prodotti, che per questo possono essere valorizzati».